Non ci sono parecchie delle sua canzoni “marchio di fabbrica” e Fiorella Mannoia lo sa. Ma sa pure che alla vigilia dei 60 anni, e di un tour che partirà la primavera prossima per festeggiarli, un tributo sentito a Lucio Dalla imponeva delle scelte. «Anzitutto ho rifatto pezzi che pensavo potessero adattarsi alla mia estensione vocale che è più limitata di quella che aveva Luci – ci ha detto alla presentazione del disco – e non volevo forzare. Ho rifatto Caruso per una sfida. Troppi hanno reinterpretato quel ritornello con urla e sfogando tutto quello che avevano. Ma non è un testo che si presta al chiasso, è un uomo che stava morendo, il protagonista, intendo. Quindi ho scelto il minimalismo».
Caruso è uno dei brani di punta. Ma la Mannoia in A TE, 11 tracce con 5 direttori d’orchestra diversa e i bravi musicisti dell’orchestra Sesto Acuto, rispolvera anche Anna e Marco diretta da Pippo Caruso, Cara, sotto la guida di Peppe Vessicchio, con cui aveva già lavorato, la canzone che le sta più a cuore («L’avevo sempre voluta cantare». E poi c’è il direttore Stefano Zavattoni (“Sulla rotta di Cristoforo Colombo” e “Se io fossi un angelo”), Marcello Sirignano (“Chissà se lo sai”, “Stella di mare”, “Milano” e “Felicità”) e Paolo Buonvino (“La casa in riva al mare” e “La sera dei miracoli”).
Nell’album anche due collaborazioni d’eccezione: quella con Alessandra Amoroso, che duetta con Fiorella in una straordinaria e inedita versione de “La sera dei miracoli” e quella con Ron in “Felicità” che non poteva mancare visto lo stretto rapporto professionale e di amicizia che lo legava a Dalla.
Della stella di Amici la cantante parla con entusiasmo: «Mi sono presa un rischio perché ero convinta che fosse adatta ma la sua storia è diversa dalla mia, dalla nostra che siamo cresciuti con i cantautori. Ma quando mi è capitato di duettare con lei in Quello che le donne non dicono mi sono resa conto che aveva una voce che emoziona e che è vera. Quindi è arrivata in studio nei due giorni che avevamo a disposizione, senza provare come me, e appena ha iniziato a incidere mi sono accorta che avevo fatto la scelta giusta. È anche una questione di continuità. Noi grandi abbiamo il dovere di trasmettere ai giovani la nostra esperienza. Io non voglio insegnare a nessuno. E anche Lucio l’aveva fatto con Pierdavide Carone, con cui ha fatto la sua ultima apparizione pubblica a Sanremo».
Ron è invece apparentemente una scelta scontata, vista la vicinanza professionale e personale con Dalla, ma anche qui c’è un fatto inedito: «Ron non ha mai partecipato a tributi pubblici per Lucio e questa volta ha accettato perché mi ha detto che ho trattato il suo repertorio con la giusta misura. Il che mi ha reso felicissima». Nel descrivere i pezzi la Mannoia usa una parola: eleganza. «Mi piace che ci si ritrovi dal vivo con i musicisti per registrare in presa diretta, una cosa che ormai non si fa più e che riporta il contatto tra cantante e musicisti in studio. Sono stanca di incidere con la faccia al muro, non ce la faccio più, non mi appartiene. Infatti penso che il prossimo disco di inediti lo farò così».
Non ci sarà un tour per il disco A TE ma solo una data a Roma il 23 dicembre (che potrebbe al massimo raddoppiare). La Mannoia spiega così la sua scelta: «Non mi sento di portare in giro un concerto con le canzoni di un altro artista, mi sembra non sia elegante chiedere i soldi di un biglietto per questa operazione». Quindi l’esperienza resta su disco (che esce in allegato al dvd che descrive le fasi dell’incisione) e niente altro. «Per il tributo ho rimandato un album di inediti che avevo quasi pronto – conclude la cantante romana – ma prima di quello ci sarà un tour che rievocherà tutte le fasi della mia carriera. Voglio che sia qualcosa di divertente, mi vado a ripescare anche i costumi di scena degli anni 80. Non voglio cadere nell’autocelebrazione, voglio creare uno show che faccia sorridere».