Domenica 5 marzo presso la settecentesca Villa Bruno in San Giorgio a Cremano (NA), si concluderà la 3° Edizione della mostra/incontro: “Il profumo dei mestieri a cura di Peppe Pappa con i testi di Mario Franco e Stefano Taccone. Finissage e dibattito della Mostra/ Incontro si terranno a partire dalle ore 10:30 con ingresso gratuito.
La mostra incontro, giunta alla sua terza edizione, ha vantato un grande successo di pubblico al vernissage di domenica 19 febbraio grazie anche alla performance del maestro Peppe Pappa che con la complicità dell’attrice Maria Strazzullo ha scritto sul suo braccio la frase “La buona Italia”, il tutto accompagnato dalle note dell’inno d’Italia rappresentato con soli due sassofoni dei cugini Angelo Raffaele Gambardella e Giovanni Battista Gambardella, che hanno reso l’inno un soffice e sognate motivo le cui note invogliavano alla meditazione.
“Il profumo dei mestieri “ vuole essere un invito a recuperare una manualità di un tempo passato che era in grado di trasmettere, attraverso i materiali ed il prodotto finito, il calore del lavoro artigiano. Una mostra che vuole essere una provocazione al ritorno alle cose semplici ed umane di una volta: la persona oggi non si ritrova più circondata di oggetti che in modo silenzioso sono in grado di trasmettere l’emozione ed il calore di un oggetto creato direttamente dalle mani di un’altra persona, l’artigiano. Ecco dunque il concetto del ritorno al profumo dei mestieri, cioè non solo recuperare una manualità di carattere funzionale ma quella manualità che riesca a trasmettere il calore umano della creazione di un oggetto messo al servizio di un altro essere umano.
Con questa chiave di lettura possiamo quindi affermare che gli artisti chiamati dal maestro Pappa ad esporre sono tutti innamorati anzitutto dei materiali che utilizzano per la creazione delle opere, poi attraverso le creazioni in esposizione riescono egregiamente a trasmettere un chiaro messaggio alla società affinché non perda il carattere dell’umanità, ponendo il progresso soltanto al servizio ed accanto a l’uomo, per farlo crescere senza violarne l’identità.
Le opere e la performance sono quindi un chiaro invito alla conservazione del “made in italy” artigianale, alla manualità degli artigiani italiani che si sta perdendo, ma non solo, poiché attraverso la metafora de “l’artigiano” si vuole puntante all’ importanza della valorizzazione della cultura italiana in generale: perché per essere nelle condizioni di accogliere l’altro nel migliore dei modi il nostro dare non deve essere svuotato dalla nostra cultura, altrimenti sarebbe come incontrare una persona senza poter donare un’autentica capacità di aiuto.