Al Ridotto del Mercadante di Napoli è di scena Fine Di Donna Lionora, tratto da Il Resto Di Niente di Enzo Striano, drammaturgia di Maurizio Braucci, con Teresa Saponangelo, per la regia di Alessandra Cutolo; una produzione Teatro Stabile di Napoli (repliche fino a dom. 15 Aprile).
Dopo Inizio e Sviluppo Di Donna Lionora, Fine Di Donna Lionora è il terzo a ultimo atto della trilogia su Eleonora Pimentel Fonseca e la Rivoluzione Partenopea del 1799, tratto dal memorabile romanzo del 1986 di Enzo Striano. Tra le prime donne giornaliste in Europa, scrittrice, amica di intellettuali e rivoluzionari come Vincenzo Cuoco e Guglielmo Pepe, la Pimentel ebbe un ruolo di primo piano nelle vicende dei moti partenopei di fine Settecento. Lo spettacolo è, dunque, il racconto della morte per impiccagione della donna che ha rappresentato questa sfortunata rivoluzione. Ma anche del naufragio di un’utopia, la fine del sogno di abolire i privilegi di una parte della città. Il sogno di accorciare la distanza tra lazzari e giacobini, ignoranti e colti, selvaggi ed educati. Il tentativo di comunicare coi lazzari recalcitranti e d’imporre loro una visione del mondo. Ma anche la fine del Monitore Napoletano, il giornale che avrebbe voluto educare il popolo. Cosa resta oggi di quest’utopia? Il resto di niente?
Nella entusiasmante versione teatrale di Maurizio Braucci, il testo di Striano viene integrato dalle parole di Vincenzo Cuoco, a un tempo protagonista di quei tragici eventi e autore del famosissimo Saggio. La regia di Alessandra Cutolo è volta all’integrazione dei due elementi e alla restituzione dei veri (o verosimili) caratteri dei personaggi e della giusta ambientazione storica, in un linguaggio chiaro, diretto e avvincente. Accanto alla bravissima Teresa Saponangelo, vera reincarnazione della protagonista, agiscono il bravissimo Vincenzo Nemolato e le altrettanto brave Flora Faliti e Anna Patierno, che danno voce e corpo a una varietà di personaggi (tra cui lo stesso Cuoco), tutti egualmente credibili. Belle le scene e i costumi di Marta Crisolini Malatesta e le luci di Gigi Saccomandi.
Splendida operazione, da non perdere.