L’ultima serata del Festival di Sanremo 2021 inizia con la banda che esegue l’inno nazionale: ed è subito mano sul cuore.
La gara entra subito nel vivo con Ghemon che per l’ultima volta, mette in chiaro come la pensa su questa edizione e sul televoto: non mi sento secondo a nessuno/Sono convinto che questa sia/L’ora mia, il momento perfetto per me.
Continua Gaia: Cuore Amaro è un brano piatto, così è facile perdersi ad ammirare la sua bellezza senza ascoltarla davvero. Da riconoscerle l’essere riuscita a cantare nonostante si sia svegliata completamente afona.
Con Irama si entra nel “momento filmino”: la canzone del campione più sfortunato colora la parte iniziale della serata. Tormentone assicurato per l’unico a non aver mai cambiato outfit.
Ultima opportunità per capire la canzone di Giò Evan. E poi dire cosa quanto ha fatto male/Eppure non riesco a rinunciare/Per poi dire cosa quanto ha fatto male/Eppure lo voglio rifare.
Dai Giò: restituisci le strofe ai poeti di Twitter, ai libri di Francesco Sole e alla Smemoranda. Chiedi scusa e, soprattutto, prometti di non farlo più.
Discorso totalmente diverso per “Un milione di cose da dirti” di Ermal Meta. Anche questa canzone, come tutte le altre di Meta, è ben scritta e ha fatto breccia nei cuori di molti. Il mio però resta blindato.
Torna anche Renga, l’uomo che ha subìto la maledizione del microfono non funzionante. La voce di Francesco è irriconoscibile, affaticata e non riesce a stare al passo con la canzone. Un piccolo strazio.
Divertono per l’ultima sera Gli Extraliscio e Davide Toffolo, outsider di questa edizione.
Impeccabili Colapesce Di Martino: hanno reso musica leggerissima un qualcosa di veramente complesso. E lo sanno tutti, lo cantano tutti. Questa sera bravi più che mai.
Si diverte Malika Ayane: porta a casa la pagnotta, si piace sul palco ed è evidente. E questo aiuta anche il pubblico a divertirsi, nonostante la scelta fin troppo classica del suo brano.
Riesce ad arrivare sano e salvo in finale Fedez accanto alla Michielin. In quest’ultima esibizione sembra finalmente un pelino più rilassato. Intanto su instagram la Ferragni lancia un appello di televoto per il marito. Ed è subito podio.
Meritevole fino all’ultima nota il brano di Willie Peyote, l’unico a sintetizzare in maniera scanzonata tutto quello che stiamo vivendo. Peyote è un professionista, la sua canzone una piccolo cazzotto dritto in faccia: Non ti servono i programmi se il consenso ce l’hai/Riapriamo gli stadi ma non teatri né live/Magari faccio due palleggi, mai dire mai.
In versione Mago Othelma si materializza sul palco Orietta “la maga dei rubinetti” Berti sbarazzandosi per l’ultima sera dell’ardua discesa. La ricorderemo non solo per le sue gaffe e per il suo pezzo anni 50, ma pure per la sua voce iconica. Grazie Orietta.
Canta bene Arisa la sua d’alessiana “Potevi fare di più”, titolo da dedicare al suo outfit che rovina la performance e alla canzone stessa. Rosalba Pippa merita di più. Nessuno invece meritava questo lato stonato, frustrato, arrabbiato di Bugo che ha continuato imperterrito con la sua “Invece Sì”.
Chiudono col botto i Maneskin: suonano (suonano davvero) e si divertono. La loro canzone non è innovativa, ma non stufa. Bravi piccoli animali da palco con espressione.
Vestite da sposa sia Madame che Veronica Lucchesi de La Rappresentante di Lista. Due ottime esibizioni, due ottimi brani. Due posti sul podio che, poiché Sanremo è Sanremo, non saranno per loro.
Nessuna esitazione, nessun errore impercettibile per Annalisa: la sua performance è davvero quasi un “Dieci”. Emozionano i Coma Cose occhi negli occhi, avvolti dalle fiamme, un’ultima volta.
Perde smalto “Combat pop” de Lo stato sociale che forse aveva quasi convinto solo la prima sera. Peccato.
Insufficiente (e imbarazzante) Random. Detto questo, meglio chiuderla qui.
In scena Max Gazzé questa volta nelle vesti di Superman/Clark Kent. Si tuffa sulla platea (vuota) e cade. Poi si rialza e riprende il filo della canzone: “Eh, so’ caduto”, esclama divertito.
Sicura di sé come non mai Noemi, splendida nel suo tubino argentato. Glicine sarà sicuramente uno dei pezzi più trasmessi dalle radio. E va bene così.
Piccoli disagi anche per l’agitatissimo Fasma. Sul palco un autoplagio interpretato malissimo. Un brano che forse sopravvivrà nonostante le sue pessime esibizioni.
Fanalino di coda Aiello che per la prima volta regala una buona interpretazione del suo testo Calcutta 3.0. Insieme alla tachipirina, adesso saliranno anche le vendite dell’ibuprofene: questa è l’unica cosa certa.
Momento di puro godimento di quest’ultima serata lo show di Ornella Vanoni che ne ha per tutti. Bacchetta Fiorello dicendogli che non può permettersi di fare tutto e si rallegra che all’Ariston ci sia solo l’orchestra che è l’unica che capisce qualcosa.
Evitabilissime le esibizioni di Tozzi, Michele Zarrillo, Riccardo Fogli e Paolo Vallesi.
Per una volta che non si so iscritti come campioni, ecco che Amadeus li invita come ospiti.
Ultimo intermezzo musicale con Dardust, botta di vita delle due passate in attesa di capire chi farà il primo posto tra Maneskin, Ermal Meta e Francesca Michielin con Fedez: perché sono loro tre a contendersi il gradino più alto del podio. Nell’attesa si scoprono gli altri premi: Madame vince per il miglior testo; Colapesce Di Martino vincono il premio Mia Martini; Willie Peyote vince il premio Lucio Dalla ed Ermal Meta si aggiudica premio miglior composizione musicale. Queste prime vittorie son tutte condivisibili, anche se risultano grandi assenti i La Rappresentante di Lista.
Arriva l’ultima busta che decreta Maneskin vincitori assoluti della 71esima edizione di Sanremo 2021.
Ed è questa decisione che porta a un’ultima riflessione su come Sanremo riesca ancora ad essere lo specchio della nostra società. Ed è per questo forse che si arriva a guardarlo fino alle 2 e 30 del mattino. Mai come quest’anno in gara ci son state belle canzoni. Il podio però è dei social. Non vince la canzone, il testo, l’interprete, la musica: vince chi è più forte.
Sia chiaro: i Maneskin sono i meno peggio, ma non sono il meglio che c’era a disposizione quest’anno. Sanremo evidenzia ancora una volta che non importa quello che dici ma come lo dici.
Una sola piccola sorpresa: la fanbase della Ferragni faceva presagire per Fedez un primo posto, ma così non è stato. Cosa sarebbe successo se Conte (che pochi mesi fa aveva chiesto aiuto ai Ferragnez) fosse stato ancora il nostro presidente del consiglio?
Non lo sapremo mai. Forse però è meglio così.
Restiamo in attesa di capire quale sarà la nuova vita dei brani sanremesi 2021 e anche in attesa del prossimo anno. È finita: Cenerentola torna finalmente a casa, per la prima volta quasi alle 3 di notte.