“Figli di Medea” è un breve viaggio tra le zone d’ombra della periferia, tra gli anonimi palazzoni del quartiere dormitorio e le complicate vite dei suoi abitanti, i cui destini sono profondamente legati alla tragica sorte della terra che li ha partoriti. Ma secondo Michele, un giovane figlio del Rione Medea, è la speranza “l’ultimo eroe prima della rassegnazione”.
Il regista Mauro Di Rosa ci fa lentamente strada nelle difficili realtà dei protagonisti, intrecciate in una quotidiana lotta contro un destino già scritto: Michele, un giornalista che crede nel suo mestiere ma è ostacolato dalla famiglia, Lello, un garzone di salumeria innamorato di una brillante studentessa universitaria e Giuseppe, un “super papà” che lavora di notte nei campi per salvare la sua famiglia. “Medea” non concede di scegliere una strada diversa, bisogna seguire le orme e rimanere ancorati al passato; l’unica alternativa a questa vita imposta sembra così essere la fuga, l’abbandono della propria terra alla ricerca di un luogo dove ci sia vita e non sopravvivenza. Ma non tutti i figli di Medea hanno dimenticato che finché c’è lotta c’è speranza.
La macchina da presa indugia sugli sguardi stanchi e rassegnati dei protagonisti – un cast interessante formato da ottimi interpreti come Gianfranco Terrin, Pasquale Ioffredo, Antonella Cioli ed Enzo Perna – inquadrandoli sullo sfondo di una realtà rigida e grigia.
Il Rione Medea è stato messo in scena in una delle zone più difficili della periferia partenopea, il quartiere di Monteruscello (Pozzuoli), Di Rosa ha così deciso di organizzare proprio nel luogo delle riprese la proiezione di presentazione del corto (al Teatro S.Artema) per ringraziare simbolicamente il quartiere.
Il cortometraggio “Figli di Medea” è stato realizzato col Patrocinio della Film Commission Regione Campania, ed è interamente autoprodotto da En Art, un’associazione culturale nata nel 2012 dedita a progetti di forte impatto sociale sia in ambito cinematografico che teatrale (ricordiamo “Turno di Notte”, “Se Steve Jobs fosse nato a Napoli” e “Terra”).