Presentato, al cinema Metropolitan di Napoli, il nuovo film di Ficarra e Picone, Il Primo Natale, il sesto film da loro stessi diretto e sceneggiato insieme a Nicola Guaglianone e Fabrizio Testini, con Salvo Ficarra, Valentino Picone, Massimo Popolizio, Roberta Mattei e Giacomo Mattia; prodotto da Attilio De Razza per Tramp Limited in collaborazione con Medusa Film, che ne cura anche la distribuzione.
Si tratta del primo film natalizio (fin dal titolo) del fortunato duo comico siciliano. “Questa volta – raccontano i due – è successo qualcosa di strano. I più alti dirigenti di Medusa, coi loro completi di grisaglia, preceduti dal capo del cerimoniale in alta uniforme e annunciati da sedici trombe vennero a portarci la lieta novella: farete il film di Natale! “Faremo il nostro primo Natale!”, replicammo noi, lungi dal pensare che questo ne sarebbe diventato il titolo…”. Qui, Salvo (Ficarra) è un cinico ladro di arte sacra, ateo convinto e un po’ pasticcione, mentre Valentino (Picone) è un piccolo prete con la fissa per il presepe vivente da allestire – previ severi provini – davanti alla sua parrocchia. In seguito al furto del Bambinello del ‘600, ladro e prete, rincorrendosi, si addentrano in un canneto e, quando ne usciranno, si ritroveranno – come per incanto – nell’anno zero. Capiscono, allora, di avere una missione da compiere: salvare il piccolo Gesù e i suoi genitori dal perfido Erode (Popolizio)…
Il film è la classica pellicola di Natale, adatta alle famiglie. Se da un lato il soggetto non è un granché originale e alcune battute e situazioni siano abbastanza scontate e naif (purtroppo il confronto con quel capolavoro di Non Ci Resta Che Piangere è automatico e impietoso), tuttavia lo svolgimento della narrazione riserva alcune sorprese e il tono della commedia resta fondamentalmente garbato e ironico (e come poteva essere altrimenti, visto il tema?). Piacciono anche alcuni riferimenti all’attualità, come il tema dell’accoglienza agli immigrati (ciò che era, in effetti, la Sacra Famiglia) e la contrapposizione tra fede sentita ed esteriorità della fede. Tutto trattato – fortunatamente – con la dovuta leggerezza, ma senza superficialità. Grazie anche alla collaborazione con Guaglianone e Testini, loro co-sceneggiatori anche dei precedenti Andiamo A Quel Paese e L’Ora Legale. Il cast, oltre ai due protagonisti che interpretano ovviamente se stessi, si avvale dell’ottima prova di Massimo Popolizio, un Erode simpatico, pur nella sua folle malvagità. Ma il vero messaggio del film ce lo spiegano i due stessi autori: “Ci rivolgemmo a Gesù, spiegandogli che stavamo girando un film sul Natale. Gesù ci guardò coi suoi occhi ancora piccoli e ci disse: no, voi state girando un film su Babbo Natale! Ma Natale – se permettete – è la mia festa, è il mio compleanno, solo che a furia di Babbo Natale ve lo siete dimenticati. Sono io il festeggiato!”.