La Festa del Cinema di Roma è nata nel 2006 e quest anno è arrivata alla quattordicesima edizione. L’evento si terrà dal 17 al 27 ottobre presso l’Auditorium Parco della Musica e in altri luoghi della Capitale. La struttura firmata da Renzo Piano sarà il fulcro della manifestazione e ospiterà proiezioni, incontri, eventi, mostre, installazioni, convegni e dibattiti.
La sezione principale della Festa del cinema sarà la Selezione ufficiale, composta da 32 film. “Motherless Brooklynn” di Edward Norton, sarà il film di apertura, a cui seguiranno:
“438 dagar” di Jesper Ganslandt, racconta di due giornalisti, Martin Schibbye e Johan Persson, che mettono tutto a repentaglio quando la sera del 28 giugno 2011, decidono di attraversare il confine tra la Somalia e l’Etiopia. Il loro obiettivo è quello di indagare per scoprire la verità sulle conseguenze che una spietata caccia al petrolio comporta per la popolazione della regione dell’Ogaden. Quando vengono catturati dall’esercito etiope, i due uomini vengono scaraventati in una realtà da incubo: la caccia alla verità si trasforma in un confronto politico internazionale, in una lotta per la sopravvivenza nella quale l’amicizia diventa la risorsa più importante.
“1982 “ di Oualid Mouaness, ambientato nel giugno 1982. Israele invade il Libano, già scosso dalla guerra civile, e in una scuola privata nei dintorni di Beirut, il giorno prima delle vacanze estive, l’undicenne Wissam decide di dichiarare il suo amore alla compagna di classe Joanna. Per un sognatore come Wissam è difficile capire la gravità di ciò che sta per accadere, mentre i suoi maestri, fortemente divisi dalle loro idee politiche, cercano di mascherare le loro paure.
“The aeronauts” di Tom Harper, narra la storia di Amelia Wren e dell’ambizioso meterologo James Glaisher, che nel 1862 vogliono far progredire la conoscenza del tempo atmosferico e di volare più in alto di chiunque altro nella storia. Mentre stabiliscono primati e portano avanti la ricerca scientifica, il loro percorso di vita porta l’inverosimile coppia a trovare un posto in quel mondo che i due, dalle mongolfiere, vedono così lontano e piccolo.
“Antigone” di Sophie Deraspe, racconta la storia di Antigone che, in seguito all’assassinio dei suoi genitori, si rifugia a Montreal insieme ai fratelli e alla nonna. Studentessa modello, Antigone è il collante che tiene unita la famiglia ma la tragedia deflagra quando suo fratello Étéocle viene ucciso dalla polizia. Motivata dal senso del dovere verso la famiglia e dal ricordo dei genitori, la protagonista decide di mettere a repentaglio il suo futuro per proteggere quello della sua famiglia: alla legge dell’uomo, sostituisce il proprio senso della giustizia, fondato sull’amore e sulla solidarietà.
“Deux” di Filippo Meneghetti, tratta il tema dell’omosessualità. Nina e Madeleine, due donne in pensione, si amano in segreto da decenni. Tutti, compresi i parenti di Madeleine, pensano che siano semplicemente vicine di casa all’ultimo piano dell’edificio in cui vivono. Le due donne vanno e vengono tra i loro due appartamenti, beandosi dell’affetto e dei piaceri della vita quotidiana, finché un evento imprevisto sconvolge la loro relazione e porta la figlia di Madeleine a scoprire la verità.
“Downton Abbey” di Michael Engler, trasforma la celebre e omonima serie tv in un film per il grande schermo, che riprende e prosegue le vicende dell’aristocratica famiglia Crawley: con una sfarzosa serata da preparare e una cena da studiare in ogni minimo dettaglio, i domestici che fanno parte della servitù dei Crawley dovranno fare il possibile per garantire il successo dell’evento. La visita dei monarchi darà vita a scandali, traversie e intrighi che terranno in bilico il futuro di Downton Abbey.
“Drowning” di Melora Walters, mette in luce la sofferenza di una madre costretta a scontrarsi con la decisione di suo figlio di arruolarsi nell’ esercito per andare a combattere in Iraq. Si tratta del peggior incubo per una madre, reso ancora più terribile dal fatto che il ragazzo viene successivamente inviato di stanza a Mosul per la battaglia decisiva.
“The farewell” di Lulu Wang, racconta di Billi che cresciuta negli Stati Uniti, ritorna a Changchun dove scopre che all’ amata nonna restano poche settimane di vita ed è l’unica a non saperlo. I familiari, per farla felice, decidono di riunirsi e tornare da vari angoli del mondo per improvvisare un matrimonio. Mentre Billi si muove su un campo minato di aspettative e consuetudini familiari, scopre che in realtà c’è davvero tanto da celebrare: la possibilità di riscoprire il Paese che ha lasciato da bambina, la sorprendente vitalità della nonna e la certezza dei legami profondi che, nonostante tutto, resistono.
“Happy birthday” di Cédric Kahn, racconta di Claire, una ragazza scomparsa alcuni anni prima, che con il suo ritorno porterà il caos nella sua famiglia.
“Honey boy” di Alma Har’el, parla della vita di un giovane attore, dalla burrascosa infanzia fino ai primi anni da adulto, lo vede lottare in tutti i modi per trovare una riconciliazione e un punto di incontro con il padre, attraverso il cinema e i propri sogni, attraverso l’arte come forma di terapia e l’immaginazione come forma di speranza. Da una sceneggiatura che l’attore Shia LaBeouf ha scritto ispirandosi alle proprie esperienze personali.
“Hustlers” di Lorene Scafaria, tratta il tema dell’ amicizia e del riscatto. Destiny fa la spogliarellista per provvedere a sé stessa e alla nonna ma la sua vita cambia quando fa amicizia con Ramona, la stella del locale in cui lavora. La protagonista impara da Ramona come conquistare il pubblico maschile, soporattutto la clientela di Wall Street, e che, quando si fa parte di un sistema corrotto, bisogna sfruttare piuttosto che farsi sfruttare. Destiny, Ramona e altre ballerine che si uniscono a loro, escogitano così un piano per cambiare le regole del gioco, ma la situazione sfuggirà al loro controllo.
“The Irishman” di Martin Scorsese, la storia è raccontata attraverso gli occhi di Frank Sheeran, veterano della seconda guerra mondiale, imbroglione e sicario che ha lavorato al fianco di alcune delle figure più importanti del XX secolo. Il film racconta uno dei più grandi misteri irrisolti della storia statunitense, la scomparsa del leggendario sindacalista Jimmy Hoffa, in uno straordinario viaggio attraverso i segreti del crimine organizzato, i suoi meccanismi interni, le rivalità e le connessioni con la politica tradizionale.
“Judi” di Rupert Goold, si svolge nell’inverno del 1968 in cui Judy Garland arriva a Londra per esibirsi in una serie di concerti. Si fa travolgere da un’appassionata storia d’amore con Mickey Deans ma dopo aver lavorato per quarantacinque dei suoi quarantasette anni, è esausta, ossessionata dai ricordi della sua infanzia perduta a Hollywood, assillata dal desiderio di tornare a casa dai suoi figli.
“Il ladro di giorni” di Guido Lombardi, racconta di Salvo, undici anni, vive con gli zii in Trentino. Il giorno della sua prima comunione, mentre gioca a pallone con gli amici, compare inaspettatamente a bordo campo un uomo: è suo padre Vincenzo. Salvo lo riconosce a stento. Non lo vede, infatti, da sette anni, da quando due carabinieri lo avevano portato via dalla loro casa in Puglia. Vincenzo è ora uscito di prigione e dice di voler passare qualche giorno con il figlio: insieme partono per il sud. Durante questo viaggio lungo l’Italia, scandito da molti incontri e ricordi, Salvo imparerà a conoscere suo padre, ma dovrà fare i conti anche con i suoi segreti e il suo passato.|
“Tantas almas”di Nicolás Rincón Gille, si svolge in Colombia, sulle sponde del fiume Magdalena nel 2002. José rientra nella sua casa in mezzo alla giungla dopo una lunga pesca notturna e scopre che le forze paramilitari hanno ucciso i suoi due figli e gettato i loro corpi nel fiume. José inizia un viaggio solitario per recuperare i corpi e dare loro una degna sepoltura, evitando così che le loro anime rimangano intrappolate in questo mondo. A bordo della sua canoa, José scopre la magia di un Paese dilaniato da ferite profonde.
“Trois jours et une vie” di Nicolas Boukhrief, si sviluppa durante il Natale del 1999 nella foresta delle Ardenne belghe. In un piccolo e ameno villaggio dove tutti si conoscono e ognuno sa tutto dell’altro, tre tragici avvenimenti cambiano per sempre la vita del giovane Antoine: la morte dell’intrepido cane dei suoi vicini, la misteriosa scomparsa del piccolo Rémi e la “tempesta del secolo”, che avrebbe devastato tutto al suo passaggio. Antoine è testimone di queste tragedie, ognuna delle quali immerge gradualmente la sua cittadina in uno stato sempre più profondo di sgomento e scompiglio. Riuscirà Antoine a tirarsi fuori da questa funesta spirale
“Willow” di Milcho Manchevski, mette tre diverse storie a confronto: nel Medioevo, in Macedonia, una donna anziana si offre di aiutare una coppia che non riesce a concepire, a patto che le lascino tenere il primogenito. Un tassista investe un uomo in strada e aspetta la polizia seduto sul marciapiede, sotto la pioggia. Colpita dalla sua onestà, Rodna gli offre un ombrello. Tre anni dopo i due sono sposati, ma non possono avere figli, finché non provano la fecondazione in vitro. Rodna resta incinta di due gemelli, ma scopre che uno dei due nascerà deforme. Il marito è contrario all’aborto, e lei si trova davanti a una scelta difficile. La sorella di Rodna ha adottato un bambino di cinque anni. È molto intelligente, ma non dice una parola e un giorno, improvvisamente, sparisce.
“Waves” di Trey Edward Shults, racconta di Tyler, giovane afroamericano che sembra avere tutto ciò di cui ha bisogno: una famiglia benestante per sostenerlo, un posto nella squadra di wrestling del liceo e una fidanzata di cui è perdutamente innamorato. Determinato a conquistare il successo e costantemente sottoposto allo stretto controllo del dispotico padre, Tyler trascorre tutte le sue mattine e le sue serate ad allenarsi. Tuttavia, nel momento in cui viene oltrepassato il limite, la vita apparentemente perfetta di Tyler comincia a mostrare le prime crepe, e la tragedia è pronta a consumarsi.
“Western stars” di Thom Zimny e Bruce Springsteen, è un film-documentario sull’ ultimo album omonimo di Bruce che offrirà ai fan l’opportunità di vedere l’artista eseguire tutti i tredici brani che lo compongono accompagnato da un’intera orchestra.
“Where’s my Roy Cohn?” di Matt Tyrnauer, è un documentario su Roy Cohn, colui che ha impersonato le arti oscure della politica americana del ventesimo secolo, lavorando al fianco di pericolosi demagoghi. Congegnato come un thriller, il documentario svela e ricostruisce le origini dell’ascesa di una destra reazionaria e violenta, rivelando come un manipolatore, scaltro e profondamente instabile abbia contribuito a plasmare l’attuale situazione degli Stati Uniti, scommettendo sul futuro di Donald J. Trump.
“Your mum and dad” di Klaartje Quirijns, è un documentario ambientato in Cecoslovacchia, prima dello scoppio della II guerra mondiale. Il film segue il percorso di Moskowitz con uno psicoterapeuta di New York, uno dei pochi freudiani afroamericani negli Stati Uniti, mentre la regista svela il devastante trauma che ha colpito la propria famiglia. Lo psicoterapeuta indaga i complessi meccanismi della mente, dimostrando quanto sia facile essere “colonizzati”, modellati dai comportamenti dei propri genitori. Nello spiegare questi schemi ricorrenti e universali, è al contempo attratto dall’esplorazione del proprio doloroso passato.
Davvero tanti i film e i temi trattati in questa edizione da “Le meilleur reste à venir” di Matthieu Delaporte e Alexandre de La Patellière e “Military wives” di Peter Cattaneo, fino a “Khotunik”di Andres Puustusmaa, “Mistify” di Richard Lowenstein e “Nomad” di Werner Herzog, passando per “On air” di Manno Lanssens, “Pavarotti” di Ron Howard e “Rewind” di Sasha Joseph Neulinger. Presente anche l’Italia con “Santa subito” di Alessandro Piva, e ancora “Run with the hunted” di John Swab, e “Scary stories to tell in the dark” di André Øvredal. Sono in concorso anche:
I film continuano ancora con la sezione “Tutti ne parlano“, uno spazio dedicato ad alcuni titoli che arrivano alla Festa del Cinema dopo un sorprendente esordio internazionale:
“La belle époque” di Nicolas Bedos, parla di tecnologia. Victor è un uomo all’antica che odia il presente digitale. Quando un eccentrico imprenditore, grazie all’ uso di scenografie cinematografiche, comparse e un po’ di trucchi di scena, gli propone di rivivere il giorno più bello della sua vita, Victor non ha dubbi: sceglie di tornare a Lione il 16 maggio del 1974, quando ha incontrato la donna della sua vita.
“Share” di Pippa Bianco, racconta di Mandy, una studentessa sedicenne, che vede la sua vita precipitare in un baratro quando scopre un video scioccante di una festa di cui non ricorda nulla. Le conseguenze si manifestano con forza distruttiva, mentre il mistero affligge la ragazza, che esplora i propri ricordi di eventi sottoposti contemporaneamente a un invasivo dibattito pubblico. Mandy deve affrontare dubbi e ambiguità su ciò che è o non è successo, su cosa può o non può fare per cambiare le cose. I vorticosi cambiamenti che si susseguono devastano il suo mondo, e alterano i rapporti con le persone a lei più vicine.
“The vast ofi the night” di Andrew Patterson è un thriller ambientato sul finire degli anni Cinquanta, nel corso di una notte d’estate, in una piccola città del Nuovo Messico. Racconta di due giovani, un presentatore radiofonico e un centralinista, che scoprono sulle onde radio della loro cittadina una stravagante e misteriosa frequenza, che li spinge a investigare sulla sua origine cambiando per sempre le loro esistenze.