In programma dall’11 maggio al 16 giugno 2019, nell’ambito della rassegna “Singolare e Plurale”, la mostra dal titolo “Facendo altro” ospitata negli spazi espositivi del Polo delle Arti Relazionali e Irregolari di Torino.
La mostra “Facendo altro”, curata da Tea Taramino, Gianluigi Mangiapane e Cristina Balma Tivola, è un’iniziativa intergenerazionale che vede direttamente coinvolti molti professionisti (della cultura e del mondo del lavoro) in veste di insospettabili artisti con ingresso è gratuito.
L’esposizione si snoda in due: presso il Palazzo Barolo con ingresso da via Corte d’Appello 20Palazzo Barolo (mercoledì, giovedì, venerdì: 10 -12.30 ; 15 -17.30; sabato e domenica: 15:00 -18:30 ) e presso la Bottega del Sarto, via Giulio 27(mercoledì, giovedì, venerdì: 10:00 -12:00; 16:00 – 17:00).
In questa mostra saranno presentati gli aspetti inediti o poco conosciuti di donne e uomini che conducono o hanno condotto pratiche artistiche parallele (talvolta convergenti) all’attività professionale ufficiale attraverso un’indagine antropologica, filosofica, psicologica e artistica. L’arte come necessità ineluttabile, prerogativa riconosciuta a outsider e irregolari, persone talvolta con disagi conclamati di vario genere, è invece un argomento poco esplorato rispetto a persone che conducono vite “normali”.
Le foto urbane e metafisiche di Tilde Giani Gallino mostrano il lato psicologico della fotografia, mentre la documentazione del progetto L’arte di Fare la differenza, sul lavoro fra artisti emergenti e artisti dei centri diurni, è di Ivo Martin, impiegato pubblico nei servizi sociali e fotografo. Nei vasti meandri delle Cantine si possono vedere le trasfigurazioni informatiche della fotografia di Fausto Manara, psichiatra; gli ambienti di Monica Lo Cascio, dirigente welfare e le cianotipie di Beppe Melchiorre counselor; una slide show con ironiche elaborazioni grafiche in 3D dello scienziato Tullio Regge. L’itinerario artistico continua con un accostamento fra differenti astrazioni pittoriche, materiche o gestuali di Piero Ferroglia, artista e commerciante, di Giovanni Mangiacapra, ex impiegato ASL e di Teresio Polastro, disegnatore tecnico. Seguono i giochi di colore in movimenti creativi in analisi di Daniela Gariglio, micropsicoanalista; le composizioni concettuali di Andrea Cordero, curatore ex insegnante e quelle di riciclo giocoso di Guido Gulino, ex dirigente pubblico. Nei vasti meandri delle Cantine si possono vedere le trasfigurazioni informatiche della fotografia di Fausto Manara, psichiatra; gli ambienti di Monica Lo Cascio, dirigente welfare e le cianotipie di Beppe Melchiorre counselor; una slide show con ironiche elaborazioni grafiche in 3D dello scienziato Tullio Regge. L’itinerario artistico continua con un accostamento fra differenti astrazioni pittoriche, materiche o gestuali di Giovanni Mangiacapra, ex impiegato ASL e di Teresio Polastro, disegnatore tecnico. Seguono i giochi di colore in movimenti creativi in analisi di Daniela Gariglio, micropsicoanalista; le composizioni concettuali di Andrea Cordero, curatore ex insegnante e quelle di riciclo giocoso di Guido Gulino, ex dirigente pubblico. Immersive le opere dell’artista, ex psicanalista Julien Friedler, o l’installazione del giornalista gallerista Silvano Costanzo. Suggeriscono complessi percorsi, dello sguardo e della mente, sia le sculture policrome del restauratore scultore Fabrizio Roccatello, sia le analisi pittoriche della forma e del colore di Francesco De Bartolomeis, emerito docente di pedagogia e pittore, e di Pino Chiezzi, ingegnere pittore. I manifesti e i fumetti politici del ferroviere disegnatore Carlo Minoli, ci riportano a storie vere, mentre i personaggi da Mondo Babonzo: il Museo delle Creature Immaginarie – ideati da Altan e Stefano Benni con Pietro Perotti – come le marionette della tradizione slovacca di Maja Strakova, psicologa, ci trasportano in modi fantastici dove l’immaginazione vive di rispetto per l’ambiente, di curiosità e di empatia. Figure dalle diverse sfumature simboliche sono le pitture di Saro Puma, ex infermiere, i disegni di Maresa Pagura, educatrice e di Giuliana Ravaschietto, insegnante, mentre le pitture del sarto Antonio Corapi mostrano gallerie di vita, di corpi, di donne, di uomini, di Santi. Giuseppe Iacopetta, barbiere artista, con le sculture in cartapesta ci parla di mani che sanno dar forma alle idee. Un doppio segno, invece, esprime la collaborazione fra Roberta Di Chiara e Claudio Lia, curatrice e pittore, entrambi agenti di polizia.