“Faccio un giro in tram” (label Vibrartsound) è il titolo del debut album di Lello Tramma, in distribuzione fisica e digitale Wondermark/Amazon. Lello (Raffaele) Tramma, classe 1979, si presenta sulle scene musicali con un lungo concept album, con ben 12 tracce, di cantautorato italiano contaminato da sonorità folk e pop ricco di arrangiamenti cesellati da orchestra ad archi e a fiati. L’artista napoletano per diversi anni è stato frontman e compositore dei Palkoscenico, con cui ha realizzato quattro dischi, curando la produzione artistica, collaborando con artisti nazionali e internazionali (tra questi Madaski, Dean Bowman, Sha One, Maurizio Capone, Marcello Coleman, Zion Train) e suonando in giro per lo stivale e l’Europa.
“Faccio un giro in Tram” è un album composto da dodici brani, il primo lavoro da solista, un viaggio nella tua vita…
«È il riassunto di questi anni passati con i Palkoscenico, la band che ho fondato all’età di 20 anni. Insieme abbiamo viaggiato tantissimo tra l’Italia, la Svizzera, la Germania, il Belgio, l’Olanda, la Francia e la Spagna, ed è stato proprio tra un concerto e l’altro che sono nati i brani di “Faccio un giro in Tram”. Negli anni ho raccolto molte idee e abbozzato diversi testi. Ultimamente ho deciso di tirar fuori il mio taccuino, ed insieme ad alcuni musicisti, che non sono quelli di Palkoscenico, è nata l’idea di realizzare un disco. È un disco in cui si parla in prima persona e racconto un po’ le mie esperienze, tutto ciò che mi circonda, dall’aspetto più romantico fino ad arrivare a dei testi polemici e di protesta».
Anche se è un album in cu si parla in prima persona, in molti testi gli ascoltatori si possono rispecchiarsi?
«Credo di aver scritto delle canzoni in cui gli altri si possono rispecchiare. Sono molto contento anche del risultato del primo singolo “A quarant’anni”, in cui molti ragazzi si sono rivisti, quindi vuol dire che non è tutto così marcio».
Come mai la scelta di affrontare un percorso da solista?
«Con il gruppo abbiamo fatto un’ultima tournée tra Belgio, Germania, il centro Europa, poi abbiamo deciso di fermarci per un po’. Ognuno di noi ha avuto l’esigenza di intraprendere una strada diversa, portando avanti altri progetti. Personalmente avendo a disposizione del materiale che ho scritto negli anni, ho deciso a quasi quarant’anni di iniziare un nuovo percorso musicale. Che non definirei da solista, perché all’album ha lavorato una vera e propria squadra».
Quindi continuerai il tuo percorso come Lello Tramma oppure in futuro ci sarà una reunion dei Palkoscenico?
«La colonna portante della band siamo io e mio fratello, quindi il progetto si basa molto sulla nostra collaborazione. Sicuramente in futuro ci sarà la volontà di riprendere il progetto, magari quando avremo un po’ di materiale interessante da proporre. Sicuramente la mia attenzione in questo periodo è quella di concentrarmi sul disco “Faccio un giro in Tram” e di proporlo live in giro per i club, i festival e le varie manifestazioni musicali».
“A quarant’anni” è il titolo del tuo primo singolo, ce ne saranno altri in uscita nei prossimi mesi?
«Si, nei prossimi mesi sarà presentato “Odio l’estate”, un titolo che rappresenta il contrario rispetto al testo, perché Odio l’estate sta a significare il fatto che l’ho amata talmente tanto che nel ricordarla, nel ricercarla, mi viene quasi la voglia ad odiarla. Del brano sarà realizzato anche un video».
Nella tua carriera hai collaborato con diversi artisti nazionali ed internazionali e aprendo diversi concerti. Come definiresti ad oggi il tuo percorso artistico?
«Ho sempre un po’ la voglia di continuare ad apprendere dalle persone con le quali collaboro. Con la band abbiamo prodotto due dischi con Madaski, ed è stata un’esperienza davvero interessante perché hai la possibilità innanzitutto di veder come dei grandi professionisti lavorano e soprattutto impari da loro quella che dovrebbe essere la chiave di lettura del musicista, ovvero l’umiltà e la voglia di mettersi in discussione. Quando hai la possibilità di lavorare con dei musicisti, con dei produttori che capiscono bene quali sono le tue caratteristiche, quali sono le tue particolarità, allora in quel momento devi veramente sfruttare al meglio le tue potenzialità. Abbiamo fatto da opening act per artisti come Elio e le Storie Tese, Roy Paci, Khaled, Africa Unite, Caparezza, Linea 77 e Motel Connection. Credo che bisogna comunque trovarsi nel posto giusto al momento giusto, ma bisogna anche darsi da fare. Mi auguro che arrivino altre collaborazioni anche in futuro. In questo disco non ci sono special guest poiché abbiamo voluto lavorare in completa solitudine per poi affidare il lavoro nelle mani di un produttore che ha poi rivoluzionato anche il suono del disco. Sono stato molto contento del risultato, poiché quando arrivi ad un certo punto del lavoro, devi fermarti e consegnare il tuo operato nelle mani di un’altra persona, poiché si è troppo coinvolti».
Nel tuo percorso artistico hai realizzato musiche per cortometraggi, scritto ed arrangiato musiche per spettacoli teatrali, composto brani per diversi artisti ed interpreti, e curato la produzione artistica di progetti musicali e gruppi della scena partenopea.
«Ci sono ancora tante cose da fare. Alcune cose sono un vero e proprio lavoro, altre invece continuo a farle per un mio piacere personale».
Come ti vedi nel prossimo futuro?
«Mi auguro di continuare a portare avanti questa piccola ricerca che sto facendo, perché a quasi quarant’anni uno riesce a rintracciare un po’ la propria dimensione. È questa l’età giusta per iniziare a suonare bene, con la consapevolezza e le diverse possibilità che si aprono. Spero tra dieci anni di essere ancora del tutto acerbo e di poter fare ancora tante cose».