L’artista romano Fabio Massimo Colasanti vanta una notevole gamma di esperienze: inizia a suonare la chitarra classica a dieci anni e, dopo il rituale avvicendamento in diversi gruppi rock, si specializza in sonorizzazioni di computer music, destinati a sceneggiati televisivi e cinematografici. Nel 1995 inizia a lavorare con Pino Daniele, sfruttando la sua capacità di sintesi sonora in hard disk recording. Abbiamo scambiato quattro chiacchiere con Fabio Massimo Colasanti in occasione dell’album d’esordio degli UnicoStampo.
Diverse sono le tue esperienze e collaborazioni nel mondo della musica, un curriculum di tutto rispetto. Quando nasce l’idea di questo nuovo gruppo?
«In realtà il gruppo già esiste da anni. Qualche volta ho anche collaborato con loro. Poi, come spesso accade nelle band, cambiano organico. C’è chi va e chi viene, io ho deciso di farne parte.»
Perché il nome “UnicoStampo”?
«UnicoStampo rispecchia quello che vogliamo fare, ossia cose un po’ diverse da quelle che ci sono in giro e soprattutto curare in particolare i nostri progetti in modo più meticoloso.»
Il vostro disco d’esordio è anticipato dal singolo “Così diversi”. Come interpretare la diversità?
«In realtà il messaggio è molto semplice. Quelli che oggi sono considerati “diversi”, alla fine sono proprio loro ad essere “normali” e non quelli che puntano il dito e giudicano. Poi c’è anche il discorso della diversità legato alle piccole realtà come per esempio i “vegetariani” e a tutte le altre cose che sembrano di nicchia ma che poi in realtà si trovano nel tessuto sociale.»
Quale sarà il titolo dell’album? Quando è prevista l’uscita?
«In realtà stiamo decidendo forse lasceremo proprio il nome “UnicoStampo”, ma è ancora da decidere. Quanto alla data di uscita dipende da ciò che accadrà. Siamo orientati verso settembre ma non è da escludere che possa uscire anche prima.»
Il video è molto particolare, mescola riprese reali a scene create in digitale per un effetto finale che ricorda le ambientazioni di Sin City…
«Il video di fatto è tutto virtuale tranne gli attori, poi tutto quello che si vede, è generato dal computer. L’idea da cui siamo partiti era quella di un cartone animato ed è uscita fuori quest’opera un po’ nuova. Personalmente una cosa così non l’ho mai vista. Una favola per adulti con l’idea di fare un prodotto di qualità, qualcosa che resti nel tempo sulla strada tra surreale e onirico.»
Nel 1995 inizi a lavorare con Pino Daniele, scomparso di recente, contribuendo alla realizzazione degli album “Dimmi cosa succede sulla terra”, “Yes I Know My Way”, “Come un gelato all’equatore” e anche agli ultimi lavori “Passi D’autore”, “Iguana Cafè” e “Il mio nome è Pino Daniele e Vivo Qui”…ci parli di questa collaborazione, di cosa ha significato Pino per te?
«Tutto quello che sono oggi e che riesco a fare lo devo a Pino, perché dopo tutti gli anni che abbiamo lavorato, tutti i giorni insieme, mi ha dato tanto e per me è come se fosse morto un familiare.»
C’è qualcosa in particolare che porterai sempre con te della collaborazione con Pino Daniele?
«Da Pino ho imparato sicuramente l’impegno e la devozione per la musica, per lo strumento musicale e per la chitarra in particolare che io cercherò di applicare con gli “UnicoStampo”. Per Pino la musica non era un lavoro, la musica era la musica stessa e basta, era la sua vita.»