Fino al 17 aprile ai Musei Capitolini è possibile vedere il manoscritto originale del “Codice sul volo degli uccelli” di Leonardo, esposto per la prima volta a Roma, accompagnato da un’esperienza multimediale e 3D. L’originale del Codice del volo degli uccelli, custodito nella Biblioteca Reale di Torino sin dal 1893, è un quaderno in cui il genio toscano scrisse e illustrò i suoi studi sul volo. Basandosi sull’osservazione degli uccelli, Leonardo elaborò una vera e propria teoria attraverso la quale progettò le sue macchine volanti: l’analisi del volo degli uccelli fu condotta in modo rigorosamente meccanico elaborando progetti, appunti e disegni sulla fisionomia dei volatili, sulla resistenza dell’aria e sulle correnti.
Il percorso, curato da Giovanni Saccani, della Biblioteca Reale di Torino, e Claudio Giorgione, direttore del Museo Scienza e Tecnologia Leonardo Da Vinci di Milano, inizia con una pinacoteca ‘virtuale’ di alcuni degli studi di Leonardo sul volo e di preparazione al codice realizzato nel ‘500 e da cui in molti per secoli hanno tratto ispirazione.
«Il lavoro di Leonardo – ha spiegato in collegamento Roberto Vittori, astronauta dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa) – è un intreccio di scienza arte e immaginazione, tre ingredienti che guidano anche l’avventura spaziale, una prosecuzione del suo lavoro. Non a caso una copia digitale è su Marte, a bordo del rover Curiosity. E proprio lo spazio chiude simbolicamente la mostra con il contributo dell’Agenzia Spaziale Italiana (Asi) e un modello di ExoMars, il rover di Agenzia Spaziale Europea (Esa) e agenzia spaziale russa Roscosmos che raggiungerà Marte nel 2020».