Questa sera, 27 aprile 2015, alle 21 lo scrittore Erri De Luca terrà un incontro a piazza san Domenico Maggiore.
In una delle piazze più belle di Napoli, nell’ambito poi anche del Maggio dei Monumenti, inizierà l’impegno di una città – scuola, di una filosofia fuori le mura, di un’invasione della città per una cultura di sapere. Nell’attesa de “La notte dei Filosofi” del prossimo 30 maggio, godremo di uno degli appuntamenti di “Filosofia fuori le mura” del Professor Giuseppe Ferraro.
Erri De Luca darà voce alla parola filosofica in piazza per ricordarci che sapere è un possesso senza proprietà e va restituito a chi lo ha perduto o non lo ha avuto o non ne porta il sapore.
Nelle piazze solitamente si tengono i discorsi elettorali, questa sera ci si riapproprierà della parola e basta. “La Notte dei Filosofi” non sarà una copia di festival di filosofia, dove si alternano conferenze che lasciano il sapere che si ha. Con “La Notte dei Filosofi” è la Città che si fa risonanza delle voci simboliche della Politica, della Giustizia, della Filosofia, del Tempo, del Corpo, degli Spiriti, voci impersonate dalle personalità più prestigiose di cui abbia vanto.
La notte del 30 maggio si attraverserà il Complesso Monumentale di San Domenico, espressione del sapere e del confine culturale della Città, incontrando e dialogando insieme con le persone che fanno la cultura e l’arte della Città, perché il “Maggio dei Monumenti” sia anche far risuonare le voci dentro memoria che libera.
Semmai la filosofia sia stata un privilegio, è il momento che diventi un diritto, quello per ognuno di potersi chiedere del senso del proprio esistere e vivere, delle proprie scelte e azioni. Sarà come il diritto di un privilegio necessario. “Filosofia Fuori Le Mura” intende avanzare il diritto di un tale privilegio, espressione di un bisogno che sale di qualità nella sua realizzazione a misura del desiderio.
E così, questa sera Erri farà parlare la PAROLA. Ci dirà della pratica di una parola che ascolta perché si possa sentire dentro liberare la voce del desiderio di vivere. La parola carica la voce per darle suono, aprirne il ritmo, farne respiro, risonanza di altre che s’incamminano in un dialogo corale, in cerchi senza confini che si allargano in onde sonore, che non finiscono e s’incontrano lungo uno spazio che diventa infinito a mano a mano, a voce a voce.
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