Approda al Teatro San Ferdinando di Napoli, dopo il clamoroso debutto al Napoli Teatro Festival della scorsa estate, Il Sindaco Del rione Sanità di Eduardo De Filippo, una co-produzione dello Stabile di Napoli e dello Stabile di Genova, con Eros Pagni, per la regia di Marco Sciaccaluga (repliche fino a dom. 11 Gennaio 2015).
Il Sindaco Del Rione Sanità è una tragi-commedia che lo stesso Eduardo definì di sapore simbolistico, più che realistico. La vicenda si svolge tra la residenza di campagna di Don Antonio Barracano e la sua casa in città, al rione Sanità. In entrambi i luoghi Don Antonio esercita, con la complicità del dottor Fabio Della Ragione, la sua personale idea della legge. Fa estrarre pallottole e ricucire ferite dal corpo di giovanotti troppo animosi; concede “udienze” a chi si rivolge a lui per avere giustizia e protezione. Lo spettatore fa così conoscenza di una curiosa fauna umana composta da piccoli delinquenti, usurai e bottegai poco accorti. Per tutti loro, Don Antonio ha la soluzione giusta, quella più conveniente e risolutiva. Non quando, un giorno, riceve la visita di Rafiluccio e Rituccia, una giovane coppia, con lei in avanzato stato di gravidanza. Rafiluccio infatti è lì non per chiedere aiuto o protezione ma per informare Don Antonio che vuole uccidere suo padre, Arturo Santaniello, ricco panettiere, perché lo ha diseredato e cacciato di casa. Naturalmente, per poter dire la sua, Don Antonio ha bisogno di sentire anche “l’altra campana” e convoca il padre del ragazzo. Al quale, prima di rivolgere l’invito a riconciliarsi con il figlio, racconta la storia vera del suo primo delitto, commesso a causa dei soprusi di un prepotente. Il rifiuto di Santaniello a tornare sulle sue decisioni, innesca una tragica evoluzione degli eventi. In questo dramma, il carattere più interessante è senz’altro “l’ambiguità del protagonista, – chiarisce Sciaccaluga – a metà tra Padrino e Robin Hood, con una concezione molto personale della legge e della giustizia, in cui bene e male si confondono, rendendolo il personaggio più tragicamente shakespeariano di Eduardo”.
Sciaccaluga si conferma regista poliedrico e profondo, che sa cogliere con rigore tutte le sfumature di un testo popolare ma complesso. L’analisi che egli fa dei personaggi e delle situazioni ambigue restituisce il significato più intimo del testo. Eros Pagni è semplicemente straordinario nel disegnare, in maniera del tutto originale, le contraddizioni del protagonista, cinico e autoritario ma, allo stesso tempo, a suo modo umano, senza peraltro cedere alla tentazione di renderlo eccessivamente simpatico. Da apprezzare, inoltre, gli esiti – non scontati – del suo cimento nell’inflessione napoletana. Il resto della compagnia – formata a metà da attori genovesi e napoletani – è senza dubbio all’altezza dell’impresa. Ricordiamo, tra gli altri, Maria Basile Scarpetta (Armida), Federico Vanni (il Dottore), Orlando Cinque (Rafiluccio), Francesca De Nicolais (Rita), Gennaro Apicella (‘O Nait). Indovinate anche le scene di Guido Fiorato, i costumi di Zaira De Vincentiis, le belle luci di Sandro Sussi e le musiche di Andrea Nicolini.
Da non perdere.