Continuano gli appuntamenti del sabato mattina al teatro Diana; una rassegna dedicata ai libri che sta prendendo sempre più piede e sabato 16 novembre ci saranno Diego Paura e Anna Stromillo a presentare il loro “Era proprio necessario” edito da Rogiosi.
Diego Paura, come si scrive un libro a quattro mani, tu ed Anna come avete fatto per “Era proprio necessario”?
Non è tanto difficile scrivere un libro “a quattro mani”, soprattutto se hai già avuto una esperienza lavorativa con il tuo co-autore; infatti, Anna Stromillo è stata in un recente passato collaboratrice
alla pagine di spettacoli che dirigo al quotidiano “Roma” e, quindi, con lei c’è già stata una esperienza lavorativa. Ritornando al romanzo, ci siamo confrontati più volte, spesso con mail o whatsapp specialmente d’estate, quando eravamo con le nostre rispettive “metà” in vacanza e
non c’era opportunità di sentirti per telefono, o vederti. Entrambi proponevamo all’altro i nostri pensieri di stesura, le nostre sensazioni da introdurre nel testo e così è venuto fuori “Era proprio necessario”
Quanto ha influito sulla scrittura di questo volume la tua vita spesa tra gli artisti?
Beh, non tanto. Se non per il fatto che nel romanzo quattro personaggi su otto sono “reali” ed altrettanti di fantasia. Tra i “reali” troviamo Marzio Honorato, Lucio Caizzi e Lorenzo Hengeller che nel mondo dello spettacolo hanno la loro rilevanza. Diciamo che, personalmente, non ha influito tanto…
Il cibo è oggi molto celebrato, apprezzato, raccontato come accade nel libro. Possiamo dire che il cibo è un collante tra le persone?
Senza ombra di dubbio. Ogni affare, ogni decisione importante come la chiusura di un contratto di lavoro o un accordo rilevante, viene concordato davanti ad un buon piatto… Quindi è un “collante” a tutti gli effetti lo stare in tavola e godersi dell’ottimo cibo.
Anna Stromillo come è nata l’idea di questo libro?
L’idea di raccontare questa storia nasce sostanzialmente dalla voglia di celebrare l’autenticità della vita e dei suoi più radicati valori come l’amicizia e la condivisione che presto diventano amore e accoglienza. L’amicizia che lega Diego e me risale a parecchi anni fa. Dopo aver condiviso nell’ambito dello spettacolo al quotidiano Roma tante avventure lavorative abbiamo deciso di “alleggerirci” un po’, inventando una dimensione semi-fantastica alla quale sovrapporre stralci di realtà.
Il libro può diventare facilmente una sceneggiatura ed anche essere ampliato. Ci state pensando?
In realtà man mano che la storia si sviluppava e prendeva corpo abbiamo cominciato ad avere la sensazione di essere in una grande sala e assistere a una bella commedia, ovviamente coltiviamo questo sogno che però ci è stato confermato dai tanti feedback ottenuti. Quindi chissà. Di certo siamo già al lavoro per il prosieguo della storia ma non possiamo rivelare altro per ora
Che tipo di lettori vi hanno scelto?
Difficile individuare un target preciso quando proponi qualcosa al mercato, poi diciamo che non amiamo riferimenti elitari di alcun genere e difatti la particolarità di questo romanzo è data dalle diverse chiavi di lettura che se ne possono dare poiché i suoi contenuti, per una scelta precisa, risultano largamente stratificati.
Recensione a “Era proprio necessario”: Scrivere un libro a più mani è una cosa che mi ha sempre affascinato, come si fa a farlo? Chi scrive cosa? Nel caso di “Era proprio necessario” il libro di Anna Stromillo e Diego Paura, edito da Rogiosi editori, credo che si tratti di un’idea nata, cresciuta e scritta spalla a spalla. Muove il tutto la volontà di creare un libro tra romanzo e commedia in cui cibo e psiche camminano a braccetto; da tanto ormai si è capito quanto le due cose siano connesse e in questo volume, in forma accurata e leggera, la stretta connessione viene sottolineata e ribadita.
I due autori, facilitati dallo stretto rapporto che hanno con il mondo dello spettacolo, raccontano una tre giorni di un gruppo di artisti intenti a preparare uno spettacolo in un casale molto bello.
Il rapporto che si crea all’interno di un gruppo intento a realizzare un lavoro artistico non si può spiegare bisogna averlo vissuto almeno una volta nella vita: nascono amori, legami fortissimi, unioni inscindibili, inimicizie, tutto avviene all’interno di un micro-macro cosmo.
I protagonisti della storia hanno, come succede spesso nella vita, un passato ingombrante e nel momento in cui devono confrontarsi con il vissuto del gruppo diventa un peso insostenibile.
Nell’attesa della messinscena il gruppo si ritrova spesso a tavola, luogo dove confluiscono le forze, le diversità, i sogni, i desideri; intorno al desco si raccontano, si scontrano e si arricchiscono. Nel racconto di Stromillo-Paura l’analisi dei personaggi, ben delineata ed interessante, si fonde con spaccati di vita quotidiana; tutto scorre veloce attirando il lettore.
Il cibo è la dominante in tutti i suoi aspetti: dalle ricette, al modo di rapportarsi con esso (c’ è chi lo ama e non riesce a farne a meno, chi ha una chiusura verso esso che corrisponde ad una difficoltà psicologica interiore).
Le figure femminili sono dominanti ed accattivanti: Agnese con la sua saggezza capace di mettersi in discussione per accettare l’altro e Nina, scioccata da un passato ingombrante, che riesce a liberarsi solo grazie alla capacità di un uomo di rassicurarla, anche con il cibo, con la cura con cui prepara dei biscotti.
Un esperimento di scrittura originale e godibile, da leggere e che lascia il lettore con la voglia di saperne di più. Nella introduzione dei due autori s’intravede la possibilità di potere leggerne anche una seconda parte; intanto il consiglio è leggere “Era proprio necessario” un itinerario psico-gastronomico in cui tutti possiamo riconoscerci.