Mercoledì 5 maggio la Sala Newton di Città della Scienza, uno degli spazi risparmiati dal tragico incendio che ha distrutto tre mesi fa la struttura, ha ospitato il concerto di Enzo Avitabile & Bottari. Enzo Avitabile, definito dal premio Oscar Johnatan Demme “il figlio spirituale di John Lennon”, ha entusiasmato la platea con le sue performance, frutto di ricerche negli anni di suoni inediti e per nulla commerciali.
Black Tarantella, il disco del 2012 (su cui, in parte, si è basato il concerto) ha vinto il Premio Tenco come miglior album dell’anno.
Dall’incontro del 2004 con i Bottari di Portico – che riprendono i suoni arcaici dei contadini che, secondo un’antica tradizione, percuotevano freneticamente botti, tini e falci, attrezzi impiegati nel quotidiano lavoro nei campi, nel tentativo di scacciare gli spiriti maligni dagli angoli bui delle loro cantine e per propiziare un buon raccolto – è nato Salvamm’ ‘o munno, album specialissimo che ha ottenuto ben quattro nomination ai “BBC World Music Award”.
Jonathan Demme, premio Oscar 1992 per la miglior regia per Il Silenzio degli Innocenti, nel 2012 ha presentato al Festival del Cinema di Venezia il docu-film Enzo Avitabile Music Life.
Infatti, il concerto è decollato ed esploso letteralmente con il sax. Poi con l’entrata dei Bottari è stata gioia pura, ritmo che è entrato nelle ossa, nei piedi tanto che si aveva solo voglia di ballare, ma se il ballo “è re sciem e la danza è poesia” (Enzo docet) il pubblico tutto ha danzato. E fino allo sfinimento perché sul palco non c’erano esseri umani ma musicisti con i super poteri. Quando accade questo e il gioco si fa duro, lo spettatore non può tirarsi indietro. Deve ricambiare e restituire con la stessa implacabile energia.
Forse qualcuno pensava di assistere ad uno spettacolo già visto e sentito, ma con gli artisti veri non è mai così, la sorpresa è sempre dietro l’angolo.
Avitabile è il cosiddetto “animale da palcoscenico”, agguerrito, impegnato, un musicista di altissimo livello che respira note musicali. Un napoletano nel mondo che coniuga la tradizione popolare con gli esseri umani di ogni colore, razza, religione e sesso.
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