Ogni volta è così ci accarezza il cuore, ma – come la stessa Emma dice – lascia tanta malinconia che è uno dei sentimenti più nobili.
«La frase più significativa del brano? “Lo vedi come sei, arrenditi”: lo dice una donna, è una battaglia persa in partenza quella con le donne. Continua l’artista. Io canto col sorriso perché sto cantando di una battaglia vinta per me e di altre donne che hanno capito come funziona e come si sta al mondo. Sono molto felice di questo nuovo modo che ho di affrontare il palco: credo nello spirito del rispetto per l’arte in generale e sono contenta perché i complimenti più belli li sto ricevendo dall’orchestra.»
Sul connubio con la Michielin: «Da Francesca ho imparato a credere di più in me stessa, questo perché molto spesso chi fa questo mestiere perde un po’ l’oggettività, il focus. Ci perdiamo dentro le critiche mosse in modo a volte banale. Non è tanto la critica ma è il modo in cui ti criticano. Ho avuto una lezione già con l’Eurovision: a me ha portato bene nonostante le polemiche, ho avuto una fortuna pazzesca dopo il piazzamento al ventunesimo posto. All’apparenza sembra io sia una persona strafottente ma è solo un’armatura: ho imparato a guardarmi da fuori senza farmi travolgere dalla superficialità con la quale molti trattano la mia arte.»
E da qui facile il collegamento con la scelta della cover: «Quando ci han detto che per la serata cover di Sanremo potevamo scegliere anche brani degli anni ’90 non ho avuto dubbi: Britney era la giusta scelta, sono impazzita. Francesca mi ha capito subito: faremo questa sera un grande omaggio al pop che viene sempre guardato con snobismo. Vogliamo dimostrarvi che il pop è una cosa seria. Prosegue la Michielin: A parte l’idea geniale di Emma, io mi sono resa conto di quanto Britney sia ancora un’icona perché rappresenta la complessità della musica pop. Il pop è un insieme unico, il pop sintetizza e noi gli rendiamo omaggio. È un messaggio di gratitudine, la gratitudine si può toccare.»
Sul video e sul prossimo futuro: «Le canzoni in toto nascono dalla conoscenza, da un percorso umano prima che artistico. Ci siamo guardati in faccia, mattoncino dopo mattoncino quello che abbiamo costruito aderisce perfettamente al tipo di donna che sono oggi: sfacciatamente felice e in pace con me stessa. E poi ho di fronte a me un’anima nobile che mi solleva. Francesca non è solo una maestra ma una cantante e le posso assicurare che chi non sale sul palco a cantare non può capire come vive un cantante l’esibizione. Lei lo sa perché lo fa e questo mi rasserena: quando scendo le scale la vedo e inizia la magia. Inizierà ancora per quest’ultima serata e poi per il gran finale di domani.»