Estasiato dalla bellezza di un dipinto, attratto da un’opera letteraria, affascinato da un testo di filosofia, il cantautore e musicista Emanuele Aloia trae ispirazione per comporre le sue canzoni. Sin dall’adolescenza, prima di conseguire il diploma di liceo linguistico, pubblica i suoi brani sui principali Digital Stores. “Sindrome di Stendhal” il suo album d’esordio, disponibile in formato fisico e su tutte le piattaforme digitali, presentato a Firenze in esclusiva per TikTok, è attualmente posizionato al nono posto tra i dischi più venduti in Italia nella classifica FIMI. «Dal punto di vista concettuale il disco ha una serie di riferimenti artistici e letterari che creano un filo conduttore tra le canzoni. Quando scrivo mi lascio guidare dall’istinto- dichiara Emanuele Aloia– Scrivo canzoni per una mia esigenza personale, poi sicuramente l’ascoltatore darà la sua interpretazione. Ho iniziato a scrivere testi a 13 anni, distinguendomi per il mio stile, la mia caratteristica si evince nelle mie canzoni, perché contengono tutte delle citazioni. Ad esempio “Restate a scuola” una delle prime canzoni – scritta al quarto anno di liceo – contiene un riferimento al filosofo Platone, oppure “Oui oui” in cui cito Leopardi. In questo periodo sto ricevendo apprezzamenti da parte di studenti, che ascoltando le mie canzoni vedono l’arte e la letteratura in un’altra ottica. Ma ho ricevuto complimenti anche da parte di professori, un docente, in particolare, ha affidato come compito in classe l’ascolto del mio brano “L’urlo di Munch” e l’analisi del testo che cita il romanzo “La Coscienza di Zeno” di Italo Svevo. È una grande soddisfazione».
Il titolo “Sindrome di Stendhal” rammenta i sintomi avvertiti dallo scrittore francese Stendhal all’uscita dalla Basilica Santa Croce a Firenze, nella precisione vertigini e aumento dei battiti del cuore: «Nella vita mi è capitato spesso di perdere l’equilibrio. Non l’ho perso solo nei momenti di difficoltà ma anche nei momenti felici. Quando finisco di scrivere una canzone e la riascolto se si crea la giusta magia, mi perdo dentro le parole iniziando ad avere vertigini. In questo disco le canzoni non hanno tempo. L’unica reale ambizione è quella di far trovare alle persone l’armonia nel disequilibrio. Credo che esista musica anche nel caos, dentro una caduta, nel mare di un pianto e forse proprio lì, si nascondono le canzoni più belle».
L’uscita del disco “Sindrome di Stendhal” è stata anticipata dai singoli “L’urlo di Munch” e “Girasoli”, entrambi hanno permesso al cantautore di ricevere il disco d’oro. Il terzo singolo, “Il bacio di Klimt”, doppio disco di platino si aggiudica la ventesima posizione nella classifica delle canzoni più acquistate del 2020 all’interno della TOP 100 FIMI Italia. Emanuele Aloia oggi conta più di 92 milioni di streaming e 68,5 milioni di views con la sua musica. “Sindrome di Stendhal”, anticipato anche dal brano “Quando Dio ti ha inventata”, risultato di contaminazioni musicali, racchiude 13 tracce interamente scritte e composte da Emanuele Aloia, affiancato dal produttore Steve Tarta. «Girasoli è stata la canzone che mi ha dato fiducia e mi ha fatto capire che potevo impormi con tutte le mie caratteristiche nel mondo musicale, mi ha permesso di crederci e di farmi conoscere. Il brano ricorda Van Gogh uno dei mie pittori preferiti, che nella sua vita non ha potuto godere il successo delle sue opere, perché purtroppo è arrivato dopo la sua morte».
Attualmente il singolo “Notte Stellata”, prima traccia dell’album, è in rotazione radiofonica e su tutte le piattaforme digitali. «La canzone si apre apparentemente come una ballad, per poi cambiare completamente ritmo, affidandosi alla dinamicità della chitarra e della cassa dritta. È il brano con più citazioni in assoluto all’interno del disco, a cui tengo particolarmente».
In occasione della Giornata Mondiale dell’Arte il cantautore Emanuele Aloia ha eseguito simbolicamente la sua canzone “Romeo e Giulietta”, alla Galleria degli Uffizi di Firenze, nella sala che accoglie la celeberrima “Nascita di Venere” di Sandro Botticelli. L’esibizione è stata anticipata dall’incontro con il direttore del museo Eike Schmidt. La canzone “Romeo e Giulietta” contiene riferimenti ai due massimi capolavori di Botticelli ospitati agli Uffizi, la Nascita di Venere e la Primavera, il colloquio tra il musicista e il direttore del museo sono stati trasmessi in doppia diretta sui canali TikTok della Galleria degli Uffizi. «Incontrare il direttore della Galleria degli Uffizi è stato un onore. Sono felice di aver cantato in una città come Firenze». L’album “Sindrome di Stendhal” è stato presentato con una Live in esclusiva su TikTok, la piattaforma scelta da artisti emergenti per promuovere i loro singoli, infatti, sin dal 2019, Emanuele ha iniziato a condividere su TikTok le sue canzoni.
«Quello a cui stiamo prendendo parte oggi è qualcosa di molto speciale: un’incredibile collaborazione creativa. L’unione di musica e arte: da un lato un’istituzione culturale di fama mondiale come Le Gallerie degli Uffizi, dall’altra un giovane artista emergente Emanuele Aloia, sostenuto da un’etichetta discografica che crede e sostiene il talento-dichiara Paul Hourican, Head of Music Operations TikTok Europa- È l’incontro di fattori meravigliosi per creare qualcosa di nuovo che possa ispirare gli altri. Ciò che unisce tutto, è TikTok che diventa il luogo di condivisione, incontro e scoperta. Questo rende me, e il nostro team, molto orgogliosi. L’espressione creativa e l’arte in molte forme – inclusa la musica – avranno sempre un posto speciale su TikTok. Ci impegniamo per essere, oggi e sempre, una casa per la musica, per gli artisti e i creator e continueremo a sostenere il business musicale a livello globale».
Il lavoro discografico è un’esaltazione della bellezza dei dipinti dei grandi pittori come la Nascita di Venere, la Primavera di Botticelli, come la Gioconda di Leonardo Da Vinci, dei testi intramontabili come Romeo e Giulietta, Amleto di William Shakespeare, del pensiero di eminenti filosofi come Arthur Schopenhauer. I brani del disco declamano l’amore, fatta eccezione per “Ipocrisia” e la title track “Sindrome di Stendhal”che affrontano un tema sociale e rappresentano una denuncia aspra della nostra società. “Pollicino”, la traccia che chiude il disco, è una dedica a sua madre, uno dei brani più introspettivi dell’album.