«…Il sogno realtà diverrà!», cantava Cenerentola nel film di Walt Disney del 1950. La giovane attrice Elisabetta Mirra è riuscita a realizzare il suo sogno da bambina, un sogno nato all’età di 5 anni guardando al Teatro Diana “E fuori nevica” di Vincenzo Salemme. Cosa sognava Elisabetta guardando la commedia teatrale? Naturalmente di recitare diventando una brava attrice. Crescendo il desiderio della Mirra diventa sempre più forte. Si laurea all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma e frequenta diversi corsi di formazione. Dopo alcuni saggi teatrali arriva il suo esordio sul grande schermo con il film “Per amor vostro” di Giuseppe Gaudino. Di recente l’abbiamo vista in televisione nella fiction “Rimbocchiamoci le maniche”. MyDreams incontra Elisabetta Mirra, in occasione del suo tour teatrale con lo spettacolo “Filumena Marturano” di Liliana Cavani che vede nel cast anche Mariangela D’Abbraccio, Geppy Gleijeses, Mimmo Mignemi, Nunzia Schiano, Ylenia Oliviero, Agostino Pannone, Gregorio De Paola ed Eduardo Scarpetta.
Attualmente sei impegnata a teatro con “Filumena Marturano” di Eduardo De Filippo per la regia di Liliana Cavani.
«Sono stata molto fortunata perché lo spettacolo è diretto dalla grandissima Liliana Cavani e per fortuna sta andando molto bene, piace davvero tanto al pubblico. Sicuramente è faticoso perché lo stiamo portando in giro per i diversi teatri d’Italia. Ci fermiamo per le feste di Natale e riprendiamo nel 2017 dal 10 al 29 gennaio al Teatro Quirino di Roma».
Parliamo del tuo personaggio che interpreti nella commedia…
«Interpreto Lucia, la cameriera giovane della casa. Avvicinarmi al personaggio ha avuto un suo peso inizialmente. Io e Liliana abbiamo discusso tanto per cercare di trovare una certa popolarità del personaggio, essendo Lucia una cameriera è una donna che viene dal popolo. Ho lavorato molto sulle movenze e sul tono di voce. Quindi la parte difficile è stata solo quella iniziale, quando abbiamo cominciato le prove è andato tutto liscio. Liliana è molto contenta del mio personaggio».
Di recente è uscito al cinema “Amore rubato” che parla di 5 donne diverse tra loro ma che hanno in comune l’esperienza di un amore malato, violento. Cosa ti ha lasciato questa esperienza e cosa consiglieresti alle donne che si ritrovano in queste situazioni?
«L’esperienza di questo film è stata veramente forte. Insieme con il regista Irish Braschi abbiamo fatto tantissime prove. Ricordo quando alla fine di un ciak lui mi chiedeva come stavo, perché mi vedeva triste e non solare come sono solitamente. Questo perché mi sono completamente immersa nel mio ruolo, quindi ho sentito veramente la tristezza e la sofferenza. Alle donne che si ritrovano a subire una violenza come appunto accade al mio personaggio – una ragazza che va al mare con dei ragazzi, spera di trascorrere una bella giornate e invece viene violentata e subito dopo ricattata con un video girato durante il sopruso – consiglio di non tenersi tutto dentro, di non aver paura dei ricatti e soprattutto di parlarne con qualcuno e denunciarne l’accaduto».
Teatro, cinema ma anche televisione. Di recente ti abbiamo vista in “Rimbocchiamoci le maniche”, la fiction con Sabrina Ferilli. Parlaci di questa tua esperienza televisiva. Ci sarà un seguito?
«Si parla di un continuo, ma niente ancora di certo. “Rimbocchiamoci le mani” è una serie molto attuale che parla appunto di questa donna che diventa sindaco, una storia scritta prima che la Raggi diventasse sindaco di Roma, quindi è come se avessimo anticipato quello che poi sarebbe successo. È stata una bellissima esperienza lavorare sul set. Purtroppo non ho avuto modo di vederla in tv perché quando andava in onda la puntata io stavo in scena, quindi la vedevo in un secondo momento e alcune puntate non le ho viste».
Che effetto fa rivedersi?
«È stranissimo rivedersi e soprattutto sentire la propria voce. Ogni volta che guardo un mio lavoro, non me lo godo, lo guardo con occhio critico, almeno le scene che mi ritraggono. Questo in particolare la prima volta, già dalla seconda sono più rilassata».
Il tuo esordio cinematografico è arrivato con il film “Per amor vostro” di Giuseppe Gaudino, con Valeria Golino. Una pellicola molto apprezzata dalla critica italiana. Possiamo dire che è stato un buon inizio per te e soprattutto un’esperienza positiva…
«È stata una delle esperienze più belle che ho fatto finora, anche partecipare alla Mostra del Cinema di Venezia. Lavorare con Valeria Golino è stato fantastico. Lei è stata sia un’amica, sia un’attrice più grande capace di dare consigli, ma anche rimproveri nel momento giusto. Per cui grazie alla sua professionalità, la mia interpretazione in questo film è stata una delle esperienze più formative che ho fatto fino ad ora».
In futuro ti piacerebbe lavorare più per il cinema, per la televisione o per il teatro?
«Preferisco sempre il teatro poiché sono nata in quest’ambiente e lo amo alla follia, anche se credo che lavorare per il cinema di un certo livello dia delle grandi soddisfazioni».
Tu che sei appunto nata in teatro, quando hai capito che la recitazione sarebbe stata la tua professione?
«Avevo 5 anni e al Teatro Diana andava in scena “E fuori nevica” di Vincenzo Salemme. La magia che si è venuta a creare guardando lo spettacolo, gli attori e la neve finta che cadeva fuori dal teatro ha fatto sì che io decidessi quale sarebbe stato il mio futuro. Quella magia che ho vissuto in quel momento mi resterà impressa per sempre ed è quella che mi spinge ad andare avanti ed amare sempre di più il teatro e il mio lavoro».
C’è qualche regista o attore con il quale vorresti lavorare?
«Ci sono tantissimi registi con cui mi piacerebbe lavorare, elencarli tutti sarebbe impossibile. Mi sarebbe piaciuto lavorare con Luca Ronconi, un mio grandissimo sogno, ma purtroppo ci ha lasciato l’anno soccorso. Anche di attori ce ne sono diversi, come Pierfrancesco Favino oppure con Meryl Strepp, che adoro ed è la mia musa. Il sogno americano mi affascina molto, ma resto con i piedi per terra».
Quale altro aspetto dello spettacolo ti affascina?
«Oltre alla recitazione, la produzione. Mi piacerebbe scoprire nuovi attori, nuovi talenti, dare la possibilità a molti ragazzi della mia età che sono bravi, ma che non avendo il grande nome non riescono ad emergere come dovrebbero. Inoltre è nei progetti anche curare la regia teatrale».
Che tipo di spettacolo ti piacerebbe portare in scena?
«Aspettando Godot di Samuel Becket, uno spettacolo che mi affascina particolarmente e di cui ho già una mia idea.»
Altri progetti?
Il 22 dicembre andrà in onda su Raiuno “Mia mogli, mia figlia, due bebè” con Serena Autieri e Neri Marcoré per la regia di Eugenio Cappuccio, una fiction ispirata ad un film francese in cui vesto i panni dell’amica di Noemi, interpretata dall’attrice Flavia Gatti, che nella serie è la figlia di Amalia, ovvero Serena Autieri.».