Eleuteria Arena, cantautrice, violoncellista e polistrumentista, di recente ha pubblicato “Brucerei il mare”, un disco nel quale il pop d’autore sposa l’eleganza della musica classica. Un lavoro discografico scritto, composto e arrangiato interamente dalla giovane artista bresciana, composto da canzoni acustiche, intime e particolarmente travolgenti, in cui il suono del violoncello assume un significato particolare. Eleuteria, infatti, sperimenta le potenzialità sonore del proprio strumento, usandolo in maniera non convenzionale, attraverso l’utilizzo di effetti personalizzati, per ottenere dei suoni ricercati, “i suoni dell’anima”, come lei stesso li definisce.
“Brucerei il mare” è il titolo del tuo nuovo progetto discografico, un lavoro composto da canzoni acustiche suonato quasi interamente con il violoncello.
«Ho cercato di realizzare un album che mi riflettesse il più possibile. Questo è per me un disco senza compromessi, che arriva dopo aver raggiunto una vera consapevolezza da musicista. Di cantautrici al violoncello non ce ne sono molte, quindi per me è un grosso esperimento, il primo vero lavoro che mi appartiene, in cui ho voluto azzardare, scrivendo canzoni acustiche, suonate quasi esclusivamente con il violoncello, aggiungendo dei tocchi di colore con pianoforte, violino, chitarre elettriche distorte, sonorità noise ed ambientazione elettronica. Le canzoni sono state scritte in diversi momenti della mia vita accompagnate da sovrapposizioni, sovraincisioni di varie linee di violoncello, sia acustico, sia elettrico, filtrato da vari pedali. Ho sperimentato interamente il mio strumento, utilizzandolo in tutti i modi possibili, attraverso una ricerca di suoni particolari, quelli che ho nell’anima».
“Brucerei il mare” è anche il singolo che ha anticipato il progetto e di cui è stato realizzato anche il videoclip.
«Questa rappresenta la prima canzone che contiene all’interno del testo la parola amore. E siccome l’amore è un tema che mi ha sempre spaventato perché sono state scritte delle bellissime canzoni al riguardo, l’ho trattato in maniera un po’ pazza, come a volte sono io. Quando ho pronunciato per la prima volta “Brucerei il mare”, mi ha dato un senso di libertà. Un’espressione che ti spinge a cercare qualcosa che non per forza è completo, non per forza è realizzabile. Credo sia bello a volte sognare l’impossibile, qualcosa che non sia convenzionale, come per me rappresenta l’intero disco».
Il disco è costituito da tanti tasselli, in cui il pop d’autore sposa l’eleganza della musica classica. Sono nate prima le musiche o I testi?
«Avendo studiato al Conservatorio di Verona e in seguito al Royal Welsh College of Music and Drama di Cardiff, ho acquisito negli anni della mia formazione un’impostazione classica, in cui la parte strumentale assume un significato molto importante. Per anni ho studiato pianoforte, poi in seguito mi sono avvicina al canto e al violoncello. Per me sono molto importanti le melodie, per cui quasi sempre le mie canzoni nascono come delle melodie che io ho voglia di ascoltare. Con le melodie nella mente, mi siedo al pianoforte o al violoncello e inizio a buttare giù il testo. Per me anche il suono delle parole e fondamentale perché devono assecondare la musicalità che ho scelto».
Hai presentato il tuo nuovo lavoro negli store Pinko delle maggiori città italiane. Un connubio tra musica e moda, come è nata l’idea?
«Pinko è un’azienda di moda che ho conosciuto nel corso della mia carriera. Ho partecipato ad alcuni eventi organizzati dall’azienda, in cui mi sono esibita con il gruppo Dissonant, un trio formato da me al violoncello e voce, Laura Masotto al violino e Mads Dj. È bello vedere come un’azienda di moda cerchi una sinergia con la musica e le varie arti».
Cosa rappresenta il violoncello per te?
«Da bambina ho iniziato a studiare canto e pianoforte, ma lo strumento che mi ha da subito stregata è stato senza ombra di dubbio il violoncello, che è uno strumento che si avvicina molto ad una voce umana».
Che genere di musica ascolti e quali sono gli artisti che attirano la tua attenzione?
«È molto vario il mondo musicale che ascolto. Vado dalla classica al progressive, dal metal al pop d’autore. Mi piacciono molto artisti come Tori Amos, Kate Bush, Bjork, Jeff Buckley, il pianista contemporaneo Tigran Hamasyan e da gruppi progressive come Pink Floyd, King Crimson e molti altri».