A 50 anni dalla sua scomparsa, Napoli e l’Italia tutta omaggiano Totò, tra i maggiori interpreti nella storia del teatro e del cinema italiano. Diverse le iniziative in calendario realizzate a Napoli e non solo, per ricordare la figura del grande artista scomparso a Roma il 15 aprile del 1967. Totò rivive attraverso spettacoli, concerti, installazioni, ricostruzioni di set cinematografici. Elena Alessandra Anticoli De Curtis, nipote di Totò e figlia di Liliana, si è concessa a noi di Mydreams, in una piacevole intervista, in cui traspare la gioia e l’emozione di una nipote, che pur non avendo conosciuto suo nonno, lo ama incondizionatamente e lo stima, come uomo e come artista.
Sono veramente tanti gli eventi organizzati a Napoli, come in altre città italiane che celebrano i 50 anni dalla scomparsa di tuo nonno…
«Tutta l’Italia in qualche modo sta omaggiando mio nonno, in particolar modo Napoli, la sua città. Come associazione Antonio De Curtis abbiamo organizzato la mostra “Toto Genio” distribuita in tre location: Palazzo Reale, Maschio Angioino e Convento di San Domenico Maggiore. Al Maschio Angioino c’è una raccolta di testimonianze di altri geni come Pasolini, Dario Fo, Fellini che hanno parlato di lui. C’è la collezione di disegni al completo che Federico Fellini ha realizzato su mio nonno, oltre agli schizzi di Pasolini per Uccellacci e Uccellini e alcuni disegni di Ettore Scola. Poi sarà possibile trovare una raccolta di quadri di alcuni fumettisti. A Palazzo Reale, il cuore della mostra, sono stati messi in esposizioni i costumi di scena, alcune poesie, lettere, il baule con alcuni costumi messi a disposizione da mio cugino Federico Clemente. A San Domenico Maggiore ci sono 250 fotografie che lo ritraggono dietro le quinte, con la famiglia, con alcuni suoi amici e colleghi. In più ci sono 97 locandine originali dei suoi film e installazioni multimediali dove sarà possibile vedere alcuni film e uno dei suoi provini. Al Rione Sanità, si terranno una serie di eventi, concerti e iniziative, oltre all’installazione del Monolite di Giuseppe Desiato, posizionato in Largo Vita alla Sanità, dal titolo “Totò l’uomo tutto d’un pezzo che ha lasciato un grande vuoto”, una sagoma di legno che lascerà vuota la figura di Totò, consentendo ai passanti di attraversarla. Sono veramente tante le iniziative organizzate a Napoli per omaggiare la figura di mio nonno, a cinquant’anni dalla sua scomparsa. Di questo ne sono veramente felice. Far cominciare questa mostra da Napoli è stata la scelta giusta, per far continuare questa storia d’amore tra Totò e la sua città. Napoli è sempre stata nel cuore di mio nonno. Anche se si era trasferito a Roma, non ha mai dimenticato le sue origini. Napoli è sua e lui è di Napoli».
Nonostante siano trascorsi 50 anni dalla sua scomparsa, la sua arte è ancora viva. Lo dimostra l’interesse anche da parte dei giovani verso i suoi film e tutto quello che ci ha lasciato.
«Le sue opere sono passate da una generazione all’altra. Lui è ancora vivo tra di noi, non solo come attore, ma anche come uomo. I suoi sentimenti sono arrivati al cuore di tutti. I sui film, le sue opere arrivano a tutti, dagli intellettuali e non».
Secondo te, come reagirebbe Totò di fronte a questa grande festa in suo onore?
«Ne sarebbe felice, anche se credo che avrebbe gradito un minimo di riconoscenza anche da vivo. Goffredo Fofi è stato uno dei primi critici teatrali a descrivere la grandezza di nonno. Oggi non c’è nessuno che parla male di lui. Una standing ovation a trecento sessanta gradi».
Tu invece, da nipote, ma anche in qualità di portavoce del suo nome e del suo patrimonio artistico- un tempo gestito da tua madre Liliana – come stai vivendo tutto questo?
«Con grande emozione. L’affetto e l’amore del popolo napoletano, che ritengo parte della mia famiglia, mi riempie di gioia. Lui ha dato e continua a farlo. Faccio tutto questo in punta di piedi. Per me è un onore essere sua nipote e il mio obiettivo è quello di cercare di portare mio nonno nella posizione di grande artista del novecento. Per cui la mia missione è quella di recuperare e custodire tutto il suo patrimonio artistico. Un percorso già iniziato al Festival del cinema di Lecce, in cui la Film Commission della Regione Puglia ha restaurato il suo film “Chi si ferma è perduto”, mentre la Film Commission Regione Campania restaurerà “Miseria e nobiltà”.
C’è un film di tuo nonno che ti piace particolarmente?
«Mi piace “La banda degli onesti” perché è un film che fa pensare. Da un lato troviamo il desiderio di fabbricare banconote false, dall’altra parte l’onestà dei tre personaggi, che nonostante il tentativo, non hanno il coraggio di farle circolare».
Cosa puoi dirci del museo?
«Anche le istituzioni sembra abbiano le idee chiare per l’apertura del Museo. C’è una area positiva intorno alla figura del nonno, da parte della città per intero. La volontà c’è, ma non possiamo parlare di tempistica. Io, in rappresentanza della famiglia, dell’Associazione De Curtis, mi sono resa disponibile per qualsiasi cosa. Dobbiamo solo aspettare. Ma credo che in questo il nonno ci metterà il suo zampino. È riuscito ad unire nord e sud, sicuramente darà una mano anche in quest’altro progetto».
Cosa ti piacerebbe dire a tuo nonno?
«Che gli voglio un mondo bene. Mi sono impegnata moltissimo per la realizzazione di questi eventi in occasione del cinquantesimo anniversario della sua morte. L’ho fatto per lui e per mia madre, che prima di me ha dato veramente tanto per omaggiare la sua figura. Anche se non l’ho conosciuto personalmente, è come se l’avessi fatto. Lui è ancora presente, lo sento. Di questo non finirò mai di ringraziarlo».