L’ultimo scritto di Tony Laudadio si intitola Elaborate forme di solitudine, Ed. La nave di Teseo, Collana Oceani, pag. 284. Il noto attore e drammaturgo, formatosi alla Bottega di Vittorio Gassmann, sorprende i suoi lettori con un romanzo ben congegnato e audace nelle scelte stilistiche che conferma le sue doti narrative. Dall’esordio con Esco (2013, finalista del Premio Scerbanenco), seguito da Come un chiodo nel muro (2014), L’uomo che non riusciva a morire (2015), Preludio a un bacio (2018, vincitore del Premio Selezione Bancarella) e Il blu delle rose (2020), Tony Laudadio ne ha percorsa di strada regalando oggi ai lettori un romanzo maturo, ricco di personaggi legati tra loro dall’eterna ricerca della felicità che spesso appare irraggiungibile ma la sola in grado di dare un senso alla nostra esistenza.
Le vicende ruotano intorno ad Andrea, un giovane diciassettenne in coma irreversibile ospitato in una piccola stanza dell’Ospedale Sacro Cuore. Accudito in modo premuroso e sollecito dal personale della struttura tra cui Angela, una giovane infermiera che gli riserva le cure più amorevoli, viene visitato tutte le sere da sua madre Luana Costa che lavora in uno studio legale. Il padre di Andrea è morto nella notte di Halloween, la stessa in cui è rimasto vittima di un incidente Andrea. Ed ecco che nel romanzo compaiono, altri personaggi apparentemente slegati tra loro e distanti dalle vicende del giovane Andrea: Gabriella e il suo fidanzato Luca, Alessia amica di Gabriella, Gipo un giovane e promettente architetto il cui nonno affetto da demenza senile è ospitato al Sacro Cuore, l’anziano medico in pensione Clemente rimasto vedovo ma tormentato dalla gelosia.
I destini dei vari personaggi, descritti dall’autore in modo magistrale ed incisivo, in effetti sono profondamente connessi tra loro come tessere di un grande mosaico che rivela alla fine il suo disegno e i suoi splendidi colori.
Tony Laudadio attraverso la sua prosa scorrevole ed intrigante è capace di coinvolgere il lettore dalla prima all’ultima pagina. Ciascun personaggio, pur nella propria solitudine esistenziale, contribuisce a rendere saldi i legami pensati e intrecciati dal destino rendendo sempre più evidente l’influenza che una singola esistenza può avere sulle altre e avere un potere catartico e salvifico.
Le pagine più belle e toccanti sono quelle pensate dal personaggio Andrea permeate da un dolore intenso ma foriero di pace e redenzione. Non a caso Andrea è nato proprio nello stesso giorno dell’autore ovvero l’11 maggio, in piena primavera.
Per invogliarvi alla lettura vi trascriviamo alcuni pensieri di Andrea.
“Io non so come ho fatto a ritrovarmi così, forse ho avuto un’amnesia. L’ultima cosa che ricordo è che camminavo per strada con mio padre, facevamo una passeggiata, quindi doveva essere una domenica o un giorno di festa qualsiasi. E po? E po non lo so. È successo qualcosa che mi ha ridotto così. Con chi vuoi prendertela? Con dio?” (pag.8)
“Il tempo comincia a dilatarsi. E assume anche forme nuove. Lo percepisco meno lineare del solito, per quanto il solito, nelle mie condizioni, sia già un concetto relativo. Eppure la sostanza del tempo negli ultimi giorni […]mi sembra più simile ad una pasta informe, come quella per fare la pizza, e mi pare che stia nelle mani di un bambino che ci gioca. La stiracchia da un lato, la allunga, poi la ricompatta e la deforma in altre figure”. (pag.163)