A Rovigo un centro di ricerca a supporto della produzione farmacologica collaborerà con lo Stabilimento chimico militare di Firenze per la coltivazione di piante di cannabis per uso terapeutico in Italia.
A spiegarlo è stato il professor Marcello Donatelli, direttore del Centro di ricerca per le colture industriali (CRA-CIN il più grande ente italiano di ricerca in agricoltura, controllato dal Ministero delle Politiche Agricole) durante l’ “open day” sulla cannabis terapeutica, organizzato di recente dalla sede distaccata di Rovigo del CRA-CIN: «Non può esserci nulla di amatoriale nel produrre derivati dalla canapa, non solo per un quadro legislativo, che comunque è un riferimento ineludibile, ma anche perché dietro c’è tutta una professionalità per realizzare qualcosa che alla fine possa essere di aiuto nella salute di certe patologie invece di essere un’incognita se gestita malamente – aggiungendo – Non sfruttare le capacità interne al Paese per sopperire alla richiesta di cannabis a livello medicale sarebbe autolesionismo».
Su circa 60 ettari di terreno coltivati a Rovigo, ondeggiano infatti distese di piante provenienti da diverse parti del mondo: Siberia, Cina, dal Nepal fino al Sudafrica. Esse vengono studiate soprattutto per migliorarne la varietà e per uso tessile. L’istituto di Rovigo è infatti uno dei più quotati a livello internazionale nel campo della ricerca sulla canapa. Fondato nel 1912 dall’agronomo Ottavio Munerati come “Regia Stazione sperimentale di bieticoltura”, l’istituto produce diverse varietà di cannabis medica a differenti contenuti di cannabinoidi (THC, CBD, CBG, THCV e CBDV), a fini di ricerca scientifica.
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