Se pensate che l’innovazione e la fantasia sia appannaggio esclusivo delle nuove generazioni c’è un protagonista storico della musica italiana pronto a smentirvi. Se cercate della musica che abbia un’ispirazione innovativa coniugata a grande talento, allora direi proprio che non potete perdervi “Ho sbagliato secolo”, il nuovo disco di Drupi adatto per palati ricercati e selettivi. Tango, fumetti, ma sopratutto buona musica per un protagonista indimenticabile della musica italiana.
“Ho sbagliato secolo”, un album di ampio respiro direi, per la varietà musicale e dei testi, cosa deve aspettarsi che lo ascolta?
«Bhe, credo di poter dire della buona musica e anche dei testi ottimi e magari di scoprire attraverso le canzoni, personaggi e situazioni strane; credo di poter dire che sia proprio un buon lavoro.»
Perché hai sbagliato secolo?
«È la parte finale di questo secolo che non amo molto; la parte iniziale è stata addirittura straordinaria, è stato momento di grandi innovazione nell’arte, nella musica nelle scienze, purtroppo è finito male, la fine di questo secolo è caratterizzata dalla confusione, dalla debolezza, ma io tengo duro e spero che il prossimo sia meglio.»
Parliamo di Bonelli e di Tex entrambi citati nel disco rispettivamente in “La storia di Gianluigi B” e “ La foresta”, come sei arrivato a questo spunto creativo quanto meno inusuale per un musicista?
«Credo che tutti i ragazzini del pianeta abbiano e avranno un amico immaginario, io almeno me lo auguro, il mio da ragazzino era Tex Willer, eroe senza macchia e senza paura, quello che non sono riuscito a trovare nella vita reale. Probabilmente è riaffiorato tra i ricordi e ancora lo porto con me quando c’è qualcosa che non riesco a risolvere. Del resto i fumetti sono così, immaginari ma che ti danno molto.»
Sempre in “ho sbagliato secolo” c’è spazio anche per il tango struggente di “L’ultimo tango” appunto, hai una passione anche per il ballo latino, oppure il tango è il mezzo musicale ideale per veicolare il testo, molto bello per altro, della canzone?
«Un po’ tutte e due le cose, io sono stato sempre affascinato dal tango, perché ha dentro una poesia e direi qualcosa di magico, e sicuramente anche un mezzo grazie alla sua naturale sensualità e fantasia era perfetto per stare con questa canzone.»
So che ti è stato proposto di prendere parte ad alcuni talent/Reality show a carattere musicale…
«È un mondo che proprio non mi appartiene e che non amo affatto, solo l’idea di stare 3, 4 mesi in una casa mi fa impazzire, mettermi a litigare con altre persone, non ne parliamo proprio, insomma è una realtà troppo lontana da me della quale farò sempre volentieri a meno.»
Parlando di fumetti, non ti ci vedi come autore?
«Mi piacerebbe molto, se la famiglia Bonelli me lo proponesse accetterei subito, senza pensarci due volte, poi sui risultati è un altro discorso, anche quello è un lavoro molto complesso, io popi non sono uno scrittore, sto scrivendo anche delle cose mie, ma non sono uno del mestiere, ma sicuramente mi affascina moltissimo.»
E cosa stai scrivendo?
«È un libro autobiografico ma un po’ romanzato, parla di questo ragazzo e della sua musica e della sua vita.»
Ci racconti i tuoi prossimi impegni live?
«Credo che inizieremo in primavera in Italia e poi anche fuori in europa, ora abbiamo finito di lavorare sull’album e credo che i primi dell’anno prossimo saremo pronti a partire.»
Trova differenza tra il pubblico italiano e quello straniero?
«No il pubblico è sempre uguale, se fai bene ti premia, se fai male ti fischia o se ne va. La differenza è nei mezzi di comunicazione, diciamo che all’estero forse c’è più memoria, in altri paesi non dimenticano diciamo e se uno propone una cosa nuova quanto meno stanno ad ascoltarla, in Italia invece vuoi per moda o per altri mille motivi questo accade meno.»
Si sente più apprezzato all’estero quindi?
«No, non direi, è solo una questione di opportunità, ma neanche me ne preoccupo tanto, io voglio suonare e fare la mia musica, il resto non è così importante.»