Nella serata delle cover il duo interpreterà “Nessuno mi può giudicare” di Caterina Caselli
La grintosa ed energica Donatella Rettore torna a Sanremo per la quinta volta, dopo 28 anni, stavolta in coppia con l’eclettica e versatile cantautrice Margherita Carducci, in arte Ditonellapiaga, portando in gara Chimica. Il brano è stato scritto dalla Carducci e la Rettore, le musiche sono state composte dalla stessa Carducci, Benjamin Ventura, Alessandro Casagni, Valerio Smordoni e Edoardo Castoni e prodotto dai producer bbprod. Chimica è un brano dal testo ironico e irriverente che riprende le atmosfere della musica disco con sonorità anni ‘70/80. Il Maestro Fabio Gurian che dirigerà l’orchestra del Teatro Ariston darà alla canzone una venatura rock, che la renderà elettrizzante.
La Rettore aveva partecipata al Festival per la prima volta nel 1974 con la canzone Capelli Sciolti, nel 1977 torna con Carmela ispirata alla rivoluzione spagnola, poi partecipa nel 1986 con la melodica Amore Stella e l’ultima volta nel 1994 con Di notte specialmente, una ballata rock melodica.
Ditonellapiaga che si esibirà, per la prima volta sul palco del Teatro Ariston, è una cantautrice versatile capace di spaziare da sonorità elettroniche acide a quelle armoniche del pop. Nel 2021 è entrata come seconda artista femminile in Breakthrough di Amazon Music, il programma che promuove a livello internazionale gli artisti più interessanti della scena musicale ed è la prima artista del 2022 selezionata da Apple Music Up Next.
Nel corso della serata delle cover il duo interpreterà Nessuno mi può giudicare di Caterina Caselli, arrangiata dal Maestro Gurian con sonorità tra il rock e l’elettronica.
Di seguito riportiamo le domande rivolte alle due artiste nel corso della conferenza stampa.
Da quale ispirazione è nato Chimica?
Margherita Carducci: «Il brano è nato quest’estate da una sessione in studio con due autori Sony, Valerio Smordoni ed Edoardo Castroni. L’utilizzo dell’arpeggiatore mi ha suggerito un panorama musicale, che mi ha portato istintivamente ad attingere ad un’artista straordinaria, qual è la Rettore. Ho preso ispirazione da alcuni dei suoi brani e dal suo linguaggio provocatorio, ironico e rifacendomi alle sonorità vintage. Ed insieme a Donatella ho concluso il pezzo. Chimica è un brano forte, provocatorio, divertente».
Nel testo diChimica c’è un riferimento alle suore. Perché?
Donatella Rettore: «Ho frequentato le scuole elementari e medie dalle suore canossiane e dorotee, educata con ceffoni e carezze e consolazioni. Molto ho imparato grazie a loro. Suor Esterina, in particolare, è stata importante. Purtroppo la curia non mi ha dato la possibilità di incontrarla. Ricordo che la giornalista Natalie Aspesi che presentava una trasmissione su Rai tre, mi scelse tra gli ospiti come rappresentante della musica moderna. Gli autori mi chiesero di poter intervistare qualcuno che potesse raccontare qualcosa sulla mia infanzia, che mi conoscesse a fondo più di mia madre. Ed io pensai a Suor Esterina perché raccoglieva le mie paranoie, i miei malumori, i miei entusiasmi, ma la curia non diede il permesso di rilasciare un’intervista, perché la televisione era un metodo laico».
Il testo di Chimica è provocatorio ed ironico. Le donne trovano ancora difficoltà a far comprendere un certo tipo di linguaggio?
Donatella Rettore: «Sì noi donne siamo tutt’ora in difficoltà e dopo 40 anni ancora non possiamo usare un certo linguaggio e avere la liberta di dire certe cose, bisogna andare avanti prendere le critiche, sperando di abbattere questo muro che ostacola la parità di genere. In Chimica c’è un gioco linguistico ironico ed umoristico».
Margherita Carducci: «Rettore ha fatto da apripista. Noi giovani cantautrici stiamo emergendo, stiamo lottando e non viviamo in competizione. Quello che conta è l’essere considerata cantautrice e non cantautrice donna, prima o poi ci faremo strada».
Donatella quali consigli daresti a Margherita?
«Non la considero un’esordiente, perché è molto preparata, laureata al DAMS, e continua studiare. Penso che di consigli me li possa dare molti più lei a me».
Poiché c’è molta chimica tra di voi. Come definiresti Margherita?
«Margherita per me è diventata un’amica, quasi una figlia. Mi confido con lei, le chiedo consigli e anch’io le do dei suggerimenti. Mi sono affezionata, mi rivedo in lei quando avevo la sua età».
E tu Margherita?
«Sono felice di essere affiancata da una persona amorevole come Donatella, sin da subito c’è stata una grande forza di affetto che mi ha avvolto».
Margherita qual è il prossimo sogno che vorresti realizzare nella discografia italiana?
«A 24 anni Sanremo è la mia prima esperienza importante. Vorrei poter suonare tanto quest’estate e condividere il disco con tutte le persone che lo hanno ascoltato».
Donatella torni in gara a Sanremo dopo 28 anni. Eri giovanissima quando nel 1974 hai partecipato per la prima volta.
«Ho debuttato al Festival nel 1974 quando andavo ancora al liceo, l’anno della maturità, arrivai penultima con la canzone Capelli Sciolti e poi tornai a studiare. Dopo il successo all’estero, tornai in gara nel 1977 con Carmela, quell’anno Vittorio Salvetti mi propose di partecipare a Sanremo, perché ero prima in classifica in mezz’Europa. In quel Sanremo eravamo tre donne Antonella Ruggiero dei Matia Bazar, Daniela Davoli ed io. Arrivai sesta e fu un Festival formativo perché con l’orchestra dell’Ariston girammo in tour le discoteche d’Italia».
Nel 1986 a Sanremo hai cantato Amore Stella. Cosa provi ricordando quella canzone?
«Era un periodo difficile della mia vita, mia madre aveva avuto una trombosi e volevo ritirarmi perché volevo stare vicino a mio padre. Non avevo l’umore festivaliero e non vedevo l’ora di tornare a Castelfranco. Quindi, per me Amore Stella è mia madre che mi ha lasciato».
Donatella cosa ti ha spinto a tornare in gara dopo 28 anni?
«Mi ha convinto Enrico Ruggeri che ha scritto un brano per il mio prossimo album, mi ha spronato a partecipare».
In tema di difesa dei diritti civili, tu sei stata sempre rivoluzionaria, ironica ed irriverente. Cosa vuol dire libertà di essere se stessi?
«Mi sento libera dentro per cui alle volte do fastidio, ma non mi pongo il problema che la mia libertà possa dar fastidio a qualcuno».
Per te Margherita cos’è la libertà?
«Quello che conta è essere felici e spesso la felicità viene negata. La mia generazione è molto attenta alla questione dei diritti civili, la cosa che conta è essere felici, senza ledere la felicità degli altri».
Donatella quest’anno ricorre il decennale della morte di Lucio Dalla, con cui hai lavorato. Cosa ti ha trasmesso e cosa ti porti dentro?
«Lucio era una persona estremamente libera. Amava molto il mare, nel mare si è veramente liberi. Lui aveva una barca con il nome Catarro e quando poteva invitava tutti i suoi amici. Spero che in questo momento sia nella sua barca in un mare di musica. E in Chimica c’è un piccolo ricordo di Lucio».
Come sarà il vostro look sul palco dell’Ariston?
«Canteremo una canzone elettrizzante sul palco dell’Ariston ci sarà un’esplosione di energia e allegria. Siamo le più spudorate del Festival. E il nostro sarà un look luminescente».
Cosa porterà ad entrambe questo Festival dal punto di vista artistico e professionale?
Donatella Rettore: «I due album Camouflage di Ditonellapiaga e l’uscita in primavera del mio nuovo album. E poi finalmente ci saranno i live, perché sono due anni che non incontriamo il pubblico, che non lo sentiamo cantare ed applaudire. È qualcosa di molto frustrante per me, sembra come se ci avessero tolto l’ossigeno».