Luci rosse, guepiere, calze a rete e tacchi alti. Una maitresse in abito rosso che ti accoglie alla porta con sguardi ammiccanti e lato B in movimento. Soldi in circolo, contrattazione con il cliente, prestazione di gruppo, o talvolta singola. Non sgranassero gli occhi i lettori timidi, pudichi o moralisti. Non sono state riaperte le famigerate case chiuse. Parliamo di Dignità Autonome di Prostituzione, lo spettacolo rivelazione di Luciano Melchionna dal format di Betta Cianchini e lo stesso Melchionna, in scena per il quinto anno al Teatro Bellini di Napoli.
Dal 19 febbraio, in scena fino al 15 marzo, lo storico teatro di Napoli, si trasforma in un bordello a luci rosse. Soldi (finti, stile Monopoli!) e gigolò e prostitute pronte a “vendere” una prestazione artistica. In Dignità Autonome di Prostituzione, giunto all’ottavo anno di rappresentazioni in tutta Italia, il teatro, inteso come intera struttura, si trasforma nella “Casa chiusa” dell’Arte, dove gli attori – come prostitute – sono alla mercé dello spettatore.
Rigorosamente in vestaglia o giacca da camera, in guepiere ed in abiti succinti, adescano e si lasciano abbordare dai clienti/spettatori che – muniti di “dollarini”, avuti al botteghino assieme al biglietto d’ingresso, – contrattano il prezzo delle singole prestazioni con l’artista prostituta. A gestire corteggiamenti ed accordi, per ogni “prostituta” c’è una maitresse personale.
A coordinare prestazioni e clienti in sala, c’è direttamente “Papi”, Luciano Melchionna, regista della rappresentazione e “tenutario” della casa. Conclusa la trattativa, il “cliente” spettatore – uno, due o piccoli e grandi gruppi – si apparta, con l’attore scelto, in un luogo dove fruirà di una o più “pillole” artistiche: monologhi o performances del teatro classico e contemporaneo, per emozionare, far riflettere e divertire lo spettatore, non comodamente seduto in poltrona, ma rinchiuso in un improbabile set allestito in un camerino, in ufficio, in bagno, nei ripostigli del teatro o addirittura in furgoncini parcheggiati in strada o nei vari baretti delle strade accanto al teatro.
Uno spettacolo in scena da 8 anni, eppure sempre diverso, sempre unico