È tornato con un nuovo album il compositore, cantante e chitarrista argentino Diego Moreno intitolato Singoli. Il disco, disponibile in digital download e su tutte le piattaforme digitali, racchiude 12 brani che rivelano l’amore dell’artista verso l’Italia e la sua Argentina. L’uscita è stata anticipata dai singoli Bella Chao, Bella che incanta e Sogno Sofia sul divano.
È uscito “Singoli” il tuo nuovo album contraddistinto da sonorità originali. Il disco rappresenta un nuovo percorso artistico per te?
«È un disco caratterizzato da un suono non omologato a ciò che ascoltiamo normalmente. Per la realizzazione del progetto devo ringraziare Roy Tarrant, il mio produttore, Salvio Vassallo il produttore artistico e Gaia Eleonora Cipollaro, con la quale ho scritto le liriche. I miei album precedenti erano una commistione tra generi, ad esempio per l’album “Tango Scugnizzo” ho vestito alcuni dei diamanti della canzone napoletana, con un’orchestra di tango di Buenos Aires. Con “Singoli” abbiamo voluto onorare la forma canzone e ogni composizione ha richiesto un vestito originale, realizzando un album con una sonorità eclettica. Il fil rouge che unisce i brani è la mia voce, la mia interpretazione e ascoltando il disco sarà come ritrovarsi in un viaggio».
Il singolo Bella Chao, che ha anticipato l’uscita del disco, è una rivisitazione in lingua spagnola del canto popolare italiano Bella ciao. È il tuo omaggio all’Italia!
È stata prodotta quindici anni fa, solo oggi, grazie alla serie tv La Casa di Carta, ha raggiunto su YouTube 40 milioni di visualizzazioni. Quindi, come forma di riconoscenza nei confronti di coloro che l’hanno ascoltata, ci siamo sentiti di girare un videoclip, diretto dal regista Davide Aronica. Come coautore ho messo mano al testo, lavorando di creatività. La nuova versione della canzone è stata riconosciuta dalla SIAE come opera unica per testo e sonorità. Il disco contiene anche una seconda versione, con il canto delle mondine, che vuole richiamare l’origine di questo canto popolare, che rappresenta non solo l’Italia ma anche la libertà.
Il secondo singolo intitolato Bella che incanta è un inno al bel canto…
«Sì, anche di Bella che incanta ho proposto due versioni. Inizialmente avevamo prodotto i primi dieci brani con la versione intima di Bella che incanta, una dichiarazione d’amore all’Italia. Poi è scaturita l’esigenza di realizzare una versione orchestrale. L’orchestrazione è stata fatta in Argentina prima del lockdown».
Tra brani si distingue Rosso d’amore reso affascinante dalla fisarmonica…
«Per quanto riguarda Rosso d’amore devo ringraziare il musicista e fisarmonicista Clemente Ferrari, direttore musicale di Max Gazzè, che ha realizzato insieme a Salvio Vassallo, sonorità analogiche meravigliose, un capolavoro di world music. Il testo parla d’amore ed incoraggia ad amare la vita, non guardando solo l’apparenza, ma approfondendo oltre, perché la verità si cela dietro».
C’è un brano del disco al quale si sente legato in maniera singolare?
«È un pezzo scritto di recente si intitola Da te o verso il mare, un brano che mi rappresenta, una riflessione sul passare inesorabile del tempo, sul desiderio di godersi le cose essenziali della vita. Come recita uno dei versi della canzone: “fermare il tempo, la felicità”».
Hai lavorato al fianco di Fred Bongusto per tanti anni. Cosa ha significato questo sodalizio artistico per la tua carriera di musicista?
«Ho trascorso con lui gli ultimi quindici anni di concerti della sua vita artistica, resterà indelebile il ricordo delle tournée in Sud America. Anche quando ha smesso di cantare, l’ho frequentato ancora. Ho imparato tanto da Fred, lui amava una frase del poeta Vinícius de Moraes: “La vita è l’arte dell’incontro”. Sono stato fortunato ad averlo incontrato, rimarrà uno degli artisti italiani più internazionali che l’Italia abbia mai avuto».
Nel 2018 è stato pubblicato l’album “Che Bella Idea! Canzoni di BuOngusto”. È prevista l’uscita di altri album in tributo a Fred?
«Sì, “Che Bella idea! Canzoni di BuOngusto” è il volume 1, contenente duetti con diversi artisti, tra cui Fabio Concato, Enzo Gragnaniello, Paolo Fresu. Sicuramente uscirà il volume 2. Sono felice di averlo pubblicato quando ancora c’era Fred Bongusto, era un progetto che avevo in mente da tempo. Quest’estate sul palco della Versiliana, nel corso dell’evento organizzato da Franca Dini, io e Mario Biondi abbiamo omaggiato Fred, con i brani di questo disco, entusiasmando il pubblico».
Hai preso parte al progetto “Poeta Massimo” che proponeva le poesie di Massimo Troisi musicate da Enzo Decaro.
«Devo tutto all’attore Enzo Decaro. L’amicizia con lui è nata nel periodo in cui ero impegnato nel progetto “Tango Moreno”. Venne in studio a Roma e restò colpito dalle mie sonorità, così, mi propose l’idea di dare una veste musicale alle canzoni, che lui anni fa, aveva scritto insieme a Massimo Troisi, prima che formassero La Smorfia. È stato un onore. Conservo ancora qualche fotocopia dei manoscritti di Massimo con estrema gelosia».
Quale sarà il prossimo progetto al quale stai lavorando?
«Vorrei portare in scena un musical. Anche se devo ammettere che il lockdown frena del tutto l’ispirazione. Ma non bisogna smettere di coltivare i sogni».
Come stai vivendo questo drammatico periodo in cui i concerti sono stati interrotti e non puoi esprimerti dal vivo?
«Mi manca il palco, mi manca l’emozione di quando parte il primo accordo, la prima canzone. Mi manca quel momento quando a metà concerto si crea la giusta empatia. Tutto questo non è possibile sostituirlo con lo streaming o con una serata attraverso una webcam».