“Dieci storie così terzo atto”, in scena dal 6 all’8 febbraio al Teatro San Ferdinando di Napoli, è parte del progetto Il Palcoscenico della legalità da un’idea di Giulia Minoli su drammaturgia di Emanuela Giordano e della stessa Minoli e la regia di Emanuela Giordano.
Rivolto soprattutto al pubblico dei giovani e agli studenti, in linea con le finalità civili e culturali che ispirano il progetto, lo spettacolo vede in scena Daria D’Aloia, Vincenzo d’Amato, Anna Mallamaci, Valentina Minzoni, Alessio Vassallo, con i musicisti Tommaso Di Giulio alle chitarre e Paolo Volpini alla batteria, su musiche originali dello stesso Tommaso Di Giulio; aiuto regia Tania Ciletti.
La produzione è del Teatro Stabile di Napoli-Teatro Nazionale, Teatro di Roma-Teatro Nazionale, Emilia Romagna Teatro Fondazione, Fondazione Teatro Ragazzi e Giovani Onlus, in collaborazione con Co2 Crisis Opportunity Onlus.
Lo spettacolo è vincitore del Premio Anima 2016 per la categoria teatro.Le tre rappresentazioni del 6, 7 e 8 febbraio al Teatro San Ferdinando di Napoli segnano l’inizio della tournée italiana del terzo atto dello spettacolo, che dopo Napoli toccherà, tra le altre, le città di Roma, al Teatro India dal 21 al 29 marzo; Bologna, Arena del Sole il 16 aprile; Cesena, Teatro Bonci il 17 e 18 aprile; Modena, Teatro Storchi il 19 aprile; Torino, Casa del Teatro Ragazzi e Giovani dal 2 al 7 Maggio.
DIECI STORIE PROPRIO COSÌ terzo atto è una “ragionata” provocazione contro quella rete mafiosa, trasversale e onnipresente, che vorrebbe sconfitta la coscienza collettiva, la capacità di capire e reagire. È lo svelamento dei complessi legami che si intrecciano tra economia “legale” ed economia “criminale”, legami che uccidono il libero mercato e minacciano gravemente il nostro futuro.
Siamo partiti nel 2012 scavando nella memoria, per ricordare chi ha combattuto le mafie. Questo inizio costituisce l’ossatura imprescindibile della nostra esperienza. Da allora abbiamo viaggiato in tutta Italia, approfondendo il tema della lotta alla criminalità organizzata grazie all’aiuto di alcune università italiane e ai tanti testimoni che ci hanno raccontato le loro storie. Sono più di cinquanta le persone che abbiamo conosciuto e cogliamo l’occasione per ringraziarle: sono stati incontri importanti, ci hanno permesso di accrescere la nostra consapevolezza. Per questa ragione abbiamo deciso di concentrarci sul presente, su ciò che accade ora e su quello che ognuno di noi può realmente fare, assumendoci la responsabilità di un cambiamento faticoso, difficile ma irrinunciabile. Abbiamo approfondito il tema della scelta.
Questo nuovo spettacolo – dice la regista Giordano – il terzo dal nostro inizio, mantiene l’impegno di veicolare prima di tutto la forza delle storie che raccontiamo ma questa volta scrittura e messa in scena spingono l’acceleratore sull’idea della scelta, sul cosa possiamo fare noi, noi tutti. La criminalità organizzata si sta appropriando della nostra economia e noi non ce ne siamo accorti? È una forma di distrazione di massa o siamo complici? Cambia la logica del merito, del diritto, cambiano le regole del profitto e del mercato e siamo incapaci di reagire, ammutoliti e stanchi. Abbiamo tracciato il profilo di personaggi collusi, grazie alla loro complicità le mafie hanno potuto infiltrarsi in tutti i settori dell’economia. E non solo di quella. Ma non è con il disincanto che possiamo combatterli. Non è l’assenza di impegno a salvarci. Per fortuna c’è chi si oppone, rischia, denuncia, indica alternative fattibili a questo degrado. C’è chi sceglie. Vogliamo raccontarvi un’Italia poco conosciuta: il sindaco che combatte le logiche mafiose che intossicano la sua città, il commercialista che contrasta il rapporto tra aziende e denaro sporco, il giornalista, il collaboratore di giustizia, il testimone. Vogliamo farvi conoscere le strategie di impegno di un gruppo di liceali, la sfida di alcuni imprenditori, vogliamo mostrarvi un’Italia viva: aziende, università, comunità che ci propongono un modo diverso di concepire le risorse economiche, gli spazi comuni, la nostra stessa esistenza. Possiamo farlo anche noi. Stare insieme, in teatro, può aiutarci a imparare.