La scrittrice Toni Morisson (Premio Nobel per la Letteratura 1993) mette mano ai pensieri dell’eroina shakespeariana di Otello con lo splendido testo di “Desdemona“.
La regia dell’americano Peter Sellars, con la cantante Rokia Traoré e l’interpretazione di Tina Benko, compie la magia di incollare e ipnotizzare per due ore un pubblico muto, attento e piacevolmente teso tanto che, alla fine, si scioglie in un applauso fragoroso e scrosciante.
Tina Benko è splendida, si muove ed interagisce – come una moderna Laurie Anderson con la fisicità e il tormento di Nico dei Velvet Underground – tra i microfoni di un’installazione scarna che comprende, oltre ai suddetti, anche lampadine appese, bicchieri e bottiglie di vetro con il disegno luci di James F. Ingalls.
Rokia Traoré, invece, è tutto quello che t’immagini dell’Africa, chiudi gli occhi, lei canta e a tutti i presenti tocca solo di sognare.
Un meritatissimo successo per un j’accuse verso la società maschilista e fallocentrica senza, però, l’inutile idolatrazione della figura femminile che viene resa umana tra gli umani.
Una donna, né santa né puttana, che vuole vivere e amare il proprio tempo e la propria vita e che, purtroppo, come raccontano le cronache, viene uccisa dall’uomo che ama.
“Non si distrugge ciò che si ama.
Non si distrugge perché si ma”.
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