Influssi rock d’autore definiscono l’anima musicale dei The Lizards’ invasion. La giovane band vicentina si forma nel 2011 con la voce di Resti, le chitarre di Màzzu e Mighè, il basso di Barbara, la batteria di Edo e le tastiere di Fede. Lo scorso ottobre è uscito“IN-dependence Time”, il primo vero progetto a livello “professionale”, un concept album, che disegna in musica il racconto di un universo onirico e virtuale dove ogni elemento diventa metafora del reale.
Un lavoro di ampia professionalità i cui componenti del gruppo descrivono come «una sorta di storia a capitoli nella quale si racconta la vicenda di un mondo parallelo al nostro dove inizialmente tutto sembra in armonia, nessun umano prova emozioni negative, nessuno vuole il potere per sé a discapito del prossimo, almeno fino ad un colpo di scena inaspettato…L’ album contiene 7 tracce e ogni traccia rappresenta un capitolo della vicenda. Il titolo di ogni brano inizia per “IN”: questo perché la storia, seppur molto semplice nel suo svolgimento, porta l’ascoltatore ad avere un confronto con se stesso e “IN” se stesso per l’appunto. Inoltre, nella storia, è proprio la dimensione interiore degli esseri umani che viene presa di mira, è la presa di coscienza individuale che diventa azione fondamentale per contrastare l’entità».
L’album inizia con il brano INtro. Un suono soffuso che trasferisce profondità. Chiare le note elettro pop che invocano una ricerca di caratterialità cibernetica. Un suono che desta attesa trepidante fino ad accoglierlo nella sua pienezza esplosiva, che tocca fino alle viscere emozionali. Si procede con INdividuals, in cui l’elettronica tratteggiante lascia il passo alla voce penetrante ed invocativa di Luca Restaino. Un rock in progressione che emoziona le membra in INdestructible, in cui i toni in graffiante ascesa esplodono nel bel mezzo della musicalità con invocazioni imploranti. Incontro magnetico tra basso e tastiere in INcredible. Un involucro di timbriche che rimandano ad una mescolanza tra un accenno di Piero Pelù in Regina di cuori e la delicatezza elettronica di Keane in Everybody’s Changing. Souspance delle note in INvasion, il pezzo d’anticipo dell’album. Un suono evocativo che rapisce corpo e cervello. Certamente il brano in cui fa centro la ricercatezza strumentale e vocale dei The Lizards’ Invasion. Si prosegue con INterlude. Anche qui un richiamo ai Guns N’ Roses di Don’t Cry. Strumentalità ad ampia diffusione in INsider. Il rock della band si affaccia a tonalità più delicate nella parte d’entrata, per poi esplodere in uno srotolamento dai caratteri hard-rock. Come in un riassunto musicalmente descrittivo.