L’associazione “Colibrì” presenta “Dell’amore e dei segreti”, spettacolo diretto da Antonio Iavazzo, con Carmine Losanno, Danilo del Prete, Giovanni Arciprete, Raffaele Iavazzo, Federica Tornincasa e Marcella Martusciello. “Dell’amore e dei segreti” – liberamente ispirato a “la Scuola dei Buffoni” del drammaturgo belga Michel De Ghelderode – andrà in scena fino all’8 maggio al Teatro Elicantropo di Napoli. Tutta la storia ruota intorno alla corte del Grande Buffone Capo Folial. I suoi sudditi buffoni vogliono impossessarsi del suo “Segreto” e per raggiungere tale scopo useranno tutti i mezzi leciti e illeciti. Tali espedienti gli faranno rivivere come in un sogno la scena dell’uccisione della figlia Veneranda, sposata senza amore con un buffone di corte; in realtà perdutamente innamorata dell’Infante di Spagna fin dalla più tenera età. Protagonisti di questo dramma irriverente e grottesco sono l’Amore, la Morte, il Mistero, il Bene, il Male, i Buffoni, il Re e le Dame. A predominare sono l’invidia, l’egoismo, la vanità e il tradimento. Per capire appieno il testo si potrebbe far riferimento al “gioco delle parti” di Pirandello. La vita è un gioco perenne, un eterna lotta tra il Bene e il Male, tra Amore e Morte: i due elementi sembrerebbero in contrapposizione, in realtà sono le due facce della stessa medaglia. Lo spettacolo che definirei “circense”, alterna momenti di pura riflessione a momenti di puro divertimento; a tal proposito va detto che “la vera musa comica è quella sotto la cui maschera ridendo grondano le lacrime”. Le musiche particolarmente appropriate accompagnano le varie scene. Una menzione particolare va al protagonista Carmine Losanno (Folial), al quale è affidato lo splendido e accorato monologo finale, un ‘esortazione alla ricerca continua dell’Amore, della Verità, del Bello nelle sue varie forme, all’apertura del pensiero e dei Sensi che non usiamo appieno. È una esortazione ad abbandonare le paure che separano le persone (a’ paure ce fa’ divenire fureste), a superare la bramosia del potere che divora inesorabilmente chi la vive. Da vedere sicuramente. Anche se alcune scene andrebbero leggermente tagliate, per alleggerire lo spettacolo.
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