Ha debuttato al Teatro dell’Orologio VIVA LA GUERRA! scritto e diretto da Andrea Bizzarri ,con Alida Sacoor, Roberto Bagagli, Guido Goitre, Davide Maria Marucci, Matteo Montaperto. Scene Sandro Ippolito, costumi Lucia Mirabile, produzione Readarto Officine Artistiche. dLo spettacolo andrà in scena nella sala Gassman fino al 7 dicembre.
1944. Quattro giovani salgono sulle montagne laziali per iniziare la loro resistenza. Dall’alto di una vecchia stalla in cui sono rifugiati, attendono l’arrivo di un treno tedesco carico di armi e munizioni che, raggiunta Roma, rifornirà gli occupanti, già da mesi impegnati in un’aspra guerriglia contro gli attivisti partigiani. Il loro compito è far saltare quel treno, prima che raggiunga la Capitale. Il gruppo è unito, punta dritto alla meta, ma è giovane. E allora può succedere che la convinzione traballi, che qualcuno confonda gli ideali politici e pensi che forse si stava meglio quando si stava peggio. Oppure, che ci si ritrovi ammaliati dall’inaspettata presenza di una donna, bella, attraente e misteriosa che, di colpo, cambia tutte le carte in tavola; ricordandoci, alla fine, di essere pur sempre uomini. Un’opera sulla leggerezza, scritta ed allestita con freschezza ed energia, per rivivere l’ultima guerra da un’ottica inedita, quella goliardica e disimpegnata della giovinezza.
“Esiste una storia, per così dire, minore, una storia con la minuscola, popolata da antieroi, oggetti vecchi e lisi, sapori stantii, discorsi troncati al mezzo, fra uno sbattipanni e una strillata, parole sospese e sogni repressi; una storia che chiede, urgentemente, di essere rivissuta. Semplice, senza nomi eccelsi, priva di quell’aneddotica che tanto piace quando si tirano in ballo i pezzi da novanta, ma che arriva ancora più diretta all’anima. In fondo, cinque ragazzi, tutti ventenni, che si ritrovano, nel marzo del 1944, in una stalla, alle prese con la fabbricazione di una bomba, che nulla ha di un vero e proprio ordigno, ma che dovrebbe, invece, sabotare un treno tedesco, non hanno nessuna carta in regola per essere menzionati nei manuali. Eppure, la loro storia, vissuta col sarcasmo, l’ingenuità e la goliardia della giovinezza, attraverso battute esilaranti e visi trasognati, punta dritto allo spettatore e lo coinvolge, lo attira, conducendolo ad un finale inatteso e carico di emozioni. Un tributo alla leggerezza, questo vuole essere Viva la guerra!”
Andrea Bizzarri