La prima cosa che dice quando la incontriamo è sempre la stessa: “Non dimentico mai di ringraziare ogni giorno chi mi sostiene, sono grata di quello che ho!”. Deborah Iurato a 22 anni è nel momento di più grande soddisfazione della sua vita. Il suo EP di esordio, uscito dopo la vittoria del talent show Amici è stato uno dei più venduti tra le artiste italiane del 2014. E ora lancia Libere, un album completo con 10 pezzi, collaborazioni eccellenti (da Mario Lavezzi a Fiorella Mannoia e Rocco Hunt) e tanta voglia di crescere in libertà.
Partiamo dalla copertina che ti vede in veste più sofisticata. Perché?
«Abbiamo collaborato tutti per dare un senso anche visivo al tutolo del disco. Ho occhi di libertà in quella foto, è come dire: donne, riscoprite voi stesse e date voce alla forza interiore. Io nel mio piccolo, pur non avendo un’esperienza lunga, ho riscoperto di poter vivere con passione e intensità la mia vita. E poi di questi tempi in cui si sente parlare solo di femminicidio, il titolo e la foto sono già una risposta.»
Ci sono tante persone che dicono di sceglierti come modello di vita, te ne accorgi? Ti fa paura?
«Il mio intento non è quello di fare la paladina ma solo di comunicare che il riscatto dalle proprie debolezze è possibile. Oggi mi sento più sicura, nella vita come nella professione, anche se mi rendo conto che essendo così giovane a volte l’insicurezza ti assale. Quando mi è capitato di dividere il palco con mostri sacri pensavo: ma che ci faccio qui? Anche per questo spero che l’album venga accolto bene, ho bisogno del riscontro del mio pubblico. Se mi dicono “grazie, ci dai la forza di farci rialzare, sono molto contenta ma ho sempre paura di deluderli. Quindi cerco di regalare la mia musica pensando che qualcosa di straordinario è capitata nella vita mia e di chi mi ascolta: ci siamo incontrati.»
Il disco è una continuità rispetto a quello che avevi già inciso?
«Per me è più una crescita perché parla sempre di amore ma di tutte le sfaccettature di una storia in cui le donne possono riconoscerci. Mi sono ispirata a quel sentimento di attesa del sogno che abbiamo noi donne e da lì ho costruito il filo del disco. Sono onorata di aver avuto tanti personaggi illustri al lavoro con me.»
Mario Lavezzi, che è anche produttore del disco, ti ha scritto un testo molto sensuale, Giochi Proibiti. È proprio vero che le fantasie notturne non hanno età?
«Lui ha cercato di farmi spaziare tra stili diversi e al giorno d’oggi abbiamo pensato che non c’è differenza di età per spiegare l’alchimia dell’intimità di una coppia. Per questo ho inciso il brano perché era un nuovo passo per costruirmi un’esperienza forte.»
E Fiorella Mannoia che ha scritto Dimmi Dov’è Il Cielo? Com’è nata questa seconda collaborazione?
«Mi arriva sempre il pezzo giusto da Fiorella, è incredibile. La canzone del primo disco parlava di non apprezzamento. Questa parla di come le coppie vogliono che il loro sentimento si traduca in un grande amore platonico che superi tutto. Lei davvero capisce di cosa ho bisogno.»
Come nasce una collaborazione di questo tipo?
«Mi arriva un file con una voce guida, già con il testo e io cerco di farlo mio adattandolo alla mia vocalità. Ho avuto la fortuna di avere due membri della mia band che mi segue dal vivo alla realizzazione del disco, Placido, che è il chitarrista e Matteo che è il batterista. Seguo la lavorazione in modo molto attento, ascolto i suggerimenti di tutti e mi lascio guidare. Se dico qualcosa che penso, magari non sempre viene ascoltata ma mi piace esprimermi quando si tratta di trovare la veste adatta al brano.»
E con Rocco Hunt?
«A me piaceva il suo modo di scrivere, è proprio uno tosto e se volevo un duetto doveva essere lui. Infatti mi ha scritto un brano che è insolito, dove l’uomo e la donna sono contrapposti. Non mi dimenticherò mai quando abbiamo finito di inciderlo, mi ha detto: Deborah, amm sfunnat!»
Perché proprio ‘Libere’? Colpisce il femminile plurale…
«Negli ultimi mesi la mia vita è completamente cambiata. Mi sono trasferita a Milano, ho fatto il salto da una piccola realtà a una grande città. La mia più grande passione è diventata la mia professione, ho vissuto momenti straordinari e ho imparato a fare pace con tutte quelle insicurezze che sono parte di me e della maggior parte di noi donne. Ed è proprio alle donne che ho voluto dedicare quest’album. ‘Libere’ come augurio per ognuna di noi, di seguire i propri sogni, di scegliere la propria strada, senza nessuna paura”.»