Davide Esposito è un autore e compositore contemporaneo; fin da piccolo si dedica alla musica e suona il pianoforte, la chitarra, il basso ed è arrangiatore e programmatore. Molto giovane ha vinto una borsa di studio al CET, scuola fondata da Mogol, con cui ha collaborato per tre anni suonando in tutta Italia i grandi classici del suo repertorio. Durante la sua carriera ha collaborato con grandi nomi della musica francese ed internazionale.
Davide Esposito ci racconti della tua collaborazione con Mogol?
«Nel 1996 ho partecipato ad una borsa di studio Siae, proponendo i miei brani. Sono stato selezionato ed ho potuto partecipare ai corsi del CET e fare esperienza. Ho avuto l’occasione di incontrare grandi compositori come Maurizio Fabrizio, o artisti come Celentano è stata un’esperienza preziosa. Mogol mi scelse per far parte di uno dei gruppi della scuola che suonavano in tutt’Italia. Un’ottima gavetta suonare i mitici e bellissimi brani di Mogol-Battisti».
Tante collaborazioni nella tua vita e tutte molto differenti per generi, quale genere senti più tuo?
«Sicuramente il genere pop, con belle aperture melodiche, sono cresciuto ascoltando la musica napoletana, ma anche Dalla, Battisti, Daniele, Sting».
Hai avuto grande successo in Francia, ed in tanti altri paesi; ma proprio dalla Francia giunge l’ambito Grand Prix De La Chanson Française Auteur-Compositeur, premio autoriale tra i più importanti in Francia, come ti senti a ricevere tale riconoscimento?
«Molto onorato, sono il primo italiano nella storia del premio a riceverlo, è stata Claudia Cardinale a consegnarmelo. Spero che oltre ad essere un riconoscimento personale, possa essere anche un vanto per la musica italiana all’estero».
Hai composto dei brani per i vincitori di the voice, ma cosa pensi dei talent show?
«I talent possono essere un’arma a doppio taglio; nel caso della Francia il livello è davvero alto, gli interpreti di valore, magari essendo giovani, non hanno ancora ben chiara quale direzione musicale scegliere. Per questo fanno appello a dei compositori ed autori, come nel mio caso, per costruire un repertorio coerente. Alcuni di questi artisti per i quali ho lavorato hanno venduto milioni copie».
Suoni molti strumenti e sei anche arrangiatore, quali sono i tuoi modelli?
«Sting sicuramente, ma adoro la modernità di grandi producer come Pharrel Williams, Max Martin o anche Dj Snake. Questi personaggi riescono davvero a creare dei mélange ed degli arrangiamenti inaspettati ed interessanti nella musica pop di oggigiorno».
Quando non suoni cosa ti piace fare?
«Leggere, andare al cinema e fare dello sport».
Cosa pensi della musica italiana?
«Amo la musica italiana e penso che abbiamo dei grandissimi artisti, paradossalmente quelli che riescono ad essere più al passo con i tempi oggi, sono i rapper. Tra testi ed arrangiamenti propongono davvero qualcosa di nuovo. In Italia ci sono tanti artisti con qualità eccezionali, mi piacerebbe solo che a volte avessero voglia di osare di più nella loro ricerca artistica e musicale».
Hai mai pensato di lavorare a colonne sonore per il cinema o per fiction?
«Sto al momento collaborando su un importante documentario per TF1 la prima rete televisiva francese: si tratta di un percorso che amerei molto intraprendere con maggiore assiduità».
A cosa stai lavorando adesso?
«Diverse collaborazione come compositore, ed un nuovo progetto artistico personale».
Cosa manca nel tuo percorso artistico?
«Penso che tra le varie canzoni che ho scritto la più bella sia quella che devo ancora scrivere. Per questo lavoro con passione, dedizione e ricerca, per poter sempre migliorare, essere al passo con i tempi e proporre, se è possibile, sempre qualcosa di nuovo ed interessante».