Svolta artistica per il cantautore Daniele Stefani che torna sulla scena musicale con il nuovo singolo “Generazione trentenni” che anticipa l’uscita del suo nuovo progetto discografico in uscita il prossimo anno. «Il brano descrive in chiave ironica la mia generazione – racconta Daniele Stefani a proposito del suo singolo – divisa tra il ricordo spensierato del passato e la precarietà del nostro tempo, le preoccupazioni ed i luoghi comuni e la difficoltà di rapportarsi alle cose caratteristiche di una generazione più giovane. Il video, impreziosito dal cameo di Germano Lanzoni (attore del “Milanese Imbruttito”, “il Terzo Segreto di Satira” e voce storica per AC Milan), presenta l’altra faccia della medaglia ovvero il tentativo spasmodico di sentirsi giovani, gli eterni Peter Pan, adattandosi alle mode del momento».
Perché generazioni trentenni?
«Perché è la mia generazione, quella destinata a costruirsi un futuro, impegnata a cercare di rendere concreti gli obiettivi, quella che si adatta, a volte con fatica, altre meno, alle logiche di un mondo troppo veloce, dove è facile farsi sfuggire il controllo, che con fatica trova un lavoro, costretta a non poter fare progetti a lunga scadenza, con l’affitto come unica soluzione, quella della fuga di cervelli, ma con una gran voglia di fare e di sognare».
Da piccolo cosa ascoltavi?
«Ho ascoltato di tutto. Dalla musica classica, per via della mia formazione al Conservatorio di Milano, ad Elvis, ai cantautori italiani, dai Beatles a Michael Jackson. Per me ascoltare musica è curiosare ed è sempre stato fondamentale. Non amo chiudermi in un recinto, mi piace spaziare».
Cosa ti manca della tua generazione?
«Sicuramente la spensieratezza, che oggi con un po’ più di maturità è inevitabilmente cambiata. Poi mi manca il modo di socializzare. Oggi lo si fa troppo spesso attraverso una tastiera, anch’io uso i social ed è giusto che esistano, ma credo che ogni tanto farebbe bene un abbraccio vero in più».
Come vedi il mondo dei giovani?
«Da una parte molto in ascesa, ci sono giovani pieni di risorse e di voglia di fare, con talenti immensi che spaziano nei più svariati campi. Dall’altra un po’ troppo legata alla superficie. Troppi messaggi sbagliati, anche nel mio campo, ma questo non significa che i giovani non sappiano distinguere ciò che è buono da ciò che non lo è».
Ti vedresti nel ruolo di giudice in un talent?
«Direi di si, credo di averne quantomeno le competenze».
Prossimi impegni?
«Un album in arrivo nel 2019, un ritorno in Cile, quasi la mia seconda patria, musica, teatro ed ogni mese in Mondadori OFF. Mi piace esplorare mondi diversi, sempre attraverso la musica, che è la mia vita da sempre».