Assai contorno all’impronta ma decisamente facile orientarsi: avevamo ritrovato Daniele Faraotti con questo nuovo singolo “RadioMagia”, un estratto (anzi no) del nuovo disco… ma in realtà ad anticipare quello che sarà (che poi troviamo già) il secondo volume di “Phara Pop Vol.1” ci ha pensato il secondo singolo dal titolo “Il ballerino di quadriglia”, ricco anche di un video dove la componente attoriale tiene in piedi un cinema noir di altri tempi. E da Faraotti, l’allegoria e la teatralità non giungono nuove e fuori attese… anzi… si pensi solo al suono che governa la forma di questo disco, si pensi alla forma che governa la narrazione e poi a come la voce si dipana dentro i sentieri non predicibili a priori. “Phara Pop Vol. 1” poi sarà completo in autunno con la sua prima parte, il primo disco… e insieme saranno disponibili anche in una preziosa release in doppio vinile. Insomma: poliedrico e controverso, ostinato e contrario e decisamente “non-sense” nella forma… all’orecchio umile… al palato fine? La sfida si fa interessante. Noi l’abbiamo intervistato perché di certo non abbiamo il metro per misurare o quel preciso palato per decretarne il gusto… ma ci affascina la libertà e tutto quello che ne consegue.
La scrittura di Daniele Faraotti è sempre stata così priva di regole comuni. Posso chiederti perché?
Ho ascoltato molta musica…mi è già capitato di fare elenchi infiniti di compositori, gruppi, periodi storici, generi… la musica è la musica – esprime se stessa. Quali sono queste regole comuni? 2 + 2 = 5 ti sembra una canzone da regole comuni? Le regole ci sono…sullo sfondo…dobbiamo rispettarle? Non c’è nulla di così’ strano nelle mie canzoni…ma devi ascoltarle. Non puoi pensare che io scriva quello che tu ti aspetti. La musica la si ascolti…si ascolti più volte proprio quella che lì per lì lascia basiti….a noi 11enni del 61 “Close to the edge” ai primi ascolti parve un lavoro da restituire a Babbo Natale. Mi capita di ascoltarlo ancora e con soddisfazione.
Restando sul tema, questo disco sembra un moto di resistenza verso il quotidiano. Come a voler dire no alle catalogazione della normalità. Ho sempre avuto questa sensazione… che mi rispondi?
Ah ah, per me questo disco è andare incontro al quotidiano……devo dirti che sono assolutamente consapevole che le mie canzoni non faranno breccia nel cuore della maggior parte degli ascoltatori….oggi manca una scena che…c’è in realtà, ma non si confronta con interviste e recensioni…fa le cose, fa i concerti, vive una sua dimensione privata in un certo senso. Mi presto a queste vetrinette perché voglio esserci. Voglio riferire fino in fondo ciò che vado facendo con la musica. Ho citato più e più volte Wyatt “meglio una gocciolina nell’oceano che la pozzanghera quasi asciutta” – vabbè non era proprio così – le regole sulle sfondo…ah ah (risatona).
Qualcuno mi ha fatto notare, come da precedenti interviste, che tanto devi alla musica classica. È così?
Mah, tutti dobbiamo qualcosa, ossia molto, alla musica classica. Pensi che i Gentle Giant non debbano niente alla musica classica?
Pensi che i Radiohead non debbano niente alla musica classica? La musica classica, moderna, contemporanea, antica, medioevale, sperimentale, alternativa, elettronica, oooooh, ma se non la conosci, si può sapere di che ti occupi? Ma non perché bisogna…ma perché se non la conosci ti sei perso quasi tutto. Mi devi spiegare come mai Stockhausen è sulla copertina di Sgt. Pepper.
La normalità si polverizza… ma in fondo cos’è normale? Certamente lasci andare le parole, le forme, ogni cosa dove vuoi senza problemi. Che cosa realmente ti porta questo modo di procedere? Se ho capito bene…
Guarda, quando ero piccolo per me la normalità erano Gianni Morandi, Celentano, Reitano, Milva, la Cinquetti…questa normalità si polverizzò parzialmente con un certo Battisti, suonato dall’Equipe 84 piuttosto che dai Dik Dik. “I’m the walrus” la polverizzava completamente la normalità. Poi c’era posto anche per “Back in the USSR”…ci si scatenava con quella…ma le prime sigarette rubate alla borsetta della mamma avevano un gusto particolarissimo ascoltando the walrus. Ho fatto ancora qualche nome perché talvolta penso che non se ne ricordi più nessuno di ste robe qua.
Parlaci dei testi. Brano anche sociali e storici come “RadioMagia”, ma anche tantissima allegoria e forse anche ironia visti certi titoli…
Che ti posso dire, mi guida la varietà…..ma mi ci vedi a cantare “penso sempre a te, non mi scordo di te, chissà perché non stai con me, etc” a parte che ce ne sono di miriadi e di bellissime..a me bastano quelle. “Joonhy b good 74” è una canzone d’amore… un amore del ’74… l’amore dei quattordici anni, trasgressivo con le paglie nel taschino lontano da casa solo per qualche ora, nel pomeriggio, illudendosi di abitare a Woodstock con 20 sottezzero, rintuzzando la riga da una parte, rientrando a casa, succhiando una caramella alla menta per nascondere tutto, anche gli odori, agli adulti. Ah ma è vero, questa però fa parte del disco 1.
A chiudere arriverà un terzo video prima dell’uscita del disco vero?
Un video tra fine giugno e i primi di luglio. A settembre quando esce l’album completo altro video ancora. E forse a dicembre per chiudere l’anno dedicato a “Phara Pop” ancora un video, di quelli artigianali a cartoon.