Dal 5 ottobre arriva nelle sale “Nata per te”, il film diretto da Fabio Mollo, con gli attori Pierluigi Gigante, Teresa Saponangelo, Barbora Bobulova, Alessandro Piavani, Antonia Truppo, Iaia Forte, Giuseppe Pirozzi, Silvio Minichiello.
Nata per te è la storia di Luca e Alba: un uomo e una bambina che hanno disperatamente bisogno l’uno dell’altra, anche se il mondo intorno a loro non sembra ancora pronto a vederli insieme. Il tribunale di Napoli è alla ricerca di una famiglia per Alba, che ha la sindrome di down e, appena nata, è stata abbandonata in ospedale. Luca, single, omosessuale, cattolico, da sempre mosso da un forte desiderio di paternità, lotta per ottenere l’affidamento di Alba. Quante famiglie “tradizionali” devono dire di no prima che Luca possa essere preso in considerazione? Può una bambina rifiutata dal mondo diventare il premio di una vita?
INTERVISTA AL REGISTA FABIO MOLLO
Che cosa ti ha spinto ad avvicinarti a questa storia e che cosa ti stava a cuore raccontare?
«Il momento più bello della mia infanzia è stata l’adozione di mia sorella. La sua storia era simile a quella di Alba. Da adulto avrei voluto anche io diventare genitore attraverso l’adozione, ma in Italia, in quanto persona omosessuale, non è possibile. La storia di Luca e Alba è per me una meravigliosa e preziosa eccezione. Una risposta di amore e di forza contro le discriminazioni».
Siete stati fedeli al libro? Su quale ulteriore documentazione avete lavorato e che tipo di collaborazione è nata con gli sceneggiatori?
«Abbiamo lavorato unendo al materiale del libro gli approfondimenti fatti con Luca sulla sua vita e sul suo lavoro con le persone disabili, e abbiamo creato il personaggio di Teresa, l’avvocata attivista, e quello della giudice Gianfelici per raccontare di questa adozione non solo l’importanza dal punto di vista legale, ma anche la sua complessità. Viviamo in un paese dove l’adozione per i single o per le coppie omosessuali è illegale, non potevamo tralasciare questo aspetto».
Come si sono svolte le riprese, ricordi qualche momento più emozionante o gratificante rispetto ad altri?
«Nata per Te non è stato solo un set, ma una esperienza umana che mi ha cambiato per sempre. Il legame con la troupe, con il cast, con Napoli, con Luca ed Alba, con le attrici neonate che hanno interpretato Alba nel film. Più volte ci siamo tutti commossi, non solo per la delicatezza delle scene e dalle emozioni dei personaggi, ma anche perché eravamo consapevoli che stavamo girando qualcosa di importante per tante persone. Non credo di riuscire a restituire bene a parole quello che è stato girare questo film. Mi auguro però che si avverta guardando il film e che possa arrivare a chi lo vede».
Quanto pensi sia importante l’uscita del tuo film in questo particolare momento storico in cui i diritti civili sono sempre più messi in discussione?
«Come me tante persone vivono la discriminazione sulla loro pelle ogni giorno, non solo a scuola, a lavoro, per strada, ma purtroppo in parlamento e da parte delle istituzioni. Per troppo tempo anche al cinema non si sono potute dire certe cose, o raccontare certe storie. Io credo che oggi le cose nella vita di tutti i giorni stiano cambiando, e ce ne stiamo rendendo conto. E la storia di Luca ed Alba, e l’amore che ricevono quotidianamente da tante persone ne sono la prova. Sta alle istituzioni ora agire di conseguenza. Per il periodo storico, politico e cinematografico in cui viviamo, riuscire a fare questo film è stato per me un grandissimo privilegio, un atto di resistenza e di coraggio. L’idea che ora esca al cinema e che possa raggiungere il pubblico credo sia una piccola grande rivoluzione. Per questo ringrazio profondamente Riccardo Tozzi, tutta la squadra di Cattleya, di Bartleby Film e di Vision Distribution. E a tutto il cast artistico e tecnico».
INTERVISTA AL PROTAGONISTA PIERLUIGI GIGANTE
Come e quando sei stato coinvolto in questo progetto?
«I primi provini si sono svolti due mesi prima delle riprese, diciamo da inizio giugno. Poi Fabio Mollo, insieme a Francesca Coticoni e Chiara Polizzi, mi hanno fatto una sorpresa: ci siamo visti per un aperitivo e mi hanno fatto trovare un biglietto con scritto “Sei tu Luca”. Lo porto sempre con me».
Che tipo di collaborazione è nata con Fabio Mollo prima e durante le riprese?
«Una collaborazione straordinaria e un’amicizia viscerale e autentica. È diventata una delle persone a me più care. Ci siamo divertiti, emozionati, abbiamo gioito e sofferto insieme. Ed è stata fondamentale per me la sua direzione per quest’avventura».
Ti sei documentato oltre che sulla sceneggiatura anche attraverso il libro di Trapanese o altre ricerche sull’argomento?
«Già al momento dei provini ho iniziato a documentarmi riguardo la storia di Luca e Alba, che purtroppo non conoscevo. Ovviamente leggere il libro è stato fondamentale».
Quanto ti sentito vicino al personaggio di Luca e che idea ti sei fatto da cittadino dell’Italia di oggi della vicenda che avete raccontato?
«Inizialmente non è stato facile, avevo il timore di risultare poco credibile su tanti aspetti, poi l’immensa umanità e l’amore di questo personaggio mi hanno folgorato ed è stato un viaggio indimenticabile per la mia anima. Spero che questo film possa essere un incentivo ad un eventuale svolta riguardante il tema dell’adozione in Italia. Indipendentemente dallo stato coniugale, dalla natura sessuale e dalla burocrazia che a volte rallenta ogni processo».
Ricordi qualche momento della lavorazione più emozionante e coinvolgente di altri?
«Sicuramente ogni scena con “Alba” è stata molto emozionante, nel bene e nel male data anche la mia inesperienza con i neonati. Sono molto legato anche ai ragazzi disabili del centro di Ameglio. Con cui abbiamo girato tante scene. Anche lì ho vissuto emozioni molto intense e momenti bellissimi».
Come ti sei rapportato in scena con i vari altri attori, che tipo di confidenza e di fiducia si è creata tra voi?
«Ho avuto l’immensa fortuna di lavorare con colleghi meravigliosi, con un grande cuore ed un’estrema generosità. Si è creato un legame di forte amicizia con tutti».