Prende il via il ciclo di spettacoli Storie Naturali E Strafottenti che il Teatro Mercadante dedica quest’anno alle opere letterarie di Giuseppe Patroni Griffi, a dieci anni dalla sua scomparsa. Primo monologo in cartellone per la sala del Ridotto è D’estate Con La Barca, racconto del 1955, con Gaia Aprea diretta da Luca De Fusco (repliche fino al 13 Nov.; ore 21:00, gio. e dom. ore 18:00).
Pubblicata originariamente sulla rivista Nuovi Argomenti dall’editore Vallecchi, D’Estate Con La Barca è una delle prime prove letterarie di Patroni Griffi, in cui già è possibile ravvisare una spiccata propensione alla teatralità della situazione e dei personaggi. Si narra la storia di due coppie di adolescenti che, per trascorrere ore di appassionata intimità lontani dagli occhi indiscreti del mondo, usano affittare due barche a remi e approdare in cale remote della costa di Posillipo. “Si parla – spiega De Fusco – di una doppia coppia in cui quella protagonista riceve una sorta di controcampo umoristico dalla coppia di quelli che in teatro chiameremmo i due caratteristi”. E in effetti il racconto scorre in una serie di situazioni amene, con atmosfere lacapriane, salvo poi nel finale tragico dove, inaspettata, sopraggiunge la morte a rovesciare completamente il senso del racconto. Il sogno diventa incubo, la realtà prende prepotentemente il posto della spensieratezza, la maturità dolorosa quello della giovinezza, la morte quello della vita. Ed ecco il senso della teatralità drammatica cui si faceva riferimento.
Luca De Fusco accentua questo senso di teatralità con un’alternanza di toni che vanno dal lirico al comico e al tragico, a seconda delle situazioni evocate. La bravissima Gaia Aprea si presta al gioco interpretando, di volta in volta, i quattro personaggi, tutti ben delineati con la loro carica di freschezza, incoscienza giovanile, erotismo e falsi pudori, che nella successiva produzione drammaturgica di Patroni Griffi saranno elementi fondamentali. L’atmosfera che si crea è, così, ludica, di appassionata leggerezza, che cozza tanto più con un finale inaspettato, che arriva come un vero colpo di scena. Le scene di Luigi Ferrigno, i costumi di Zaira De Vincentiis e il disegno luci di Gigi Saccomandi ben si accordano, nella loro essenzialità, allo spirito fresco ed ingenuo del racconto. Le videoproiezioni acquatiche di Alessandro Papa, che negli ultimi anni sono diventate la cifra stilistica di De Fusco, ricreano le atmosfere marine di una Posillipo onirica, lontana nel tempo e nello spazio, in cui lo spettatore volentieri si lascia cullare.
Da vedere.