Il minimalismo musicale e l’emotività lirica sono i contenuti chiave di Cura Violenta, il quarto disco dei Lebowski. A due anni di distanza dal precedente lavoro, dal titolo Disadottati, il nuovo album del quintetto marchigiano, conferma il percorso di crescita e maturità. Simone Re, Marco Mancini, Riccardo Latini, Riccardo Franconi e Nicola Amici sono i cinque componenti del gruppo che hanno realizzato un lavoro che pur mantenendo nella sostanza il consueto approccio “obliquo” alla musica, rappresenta tuttavia un’evoluzione nella forma e nei contenuti rispetto ai lavori precedenti. Il rock spiritoso si amalgama con le percussioni ribelli e libere, ondeggiando obliquamente in un sound pop, scardinandone al primo ascolto ogni linearità.
Cura Violenta è prodotto dall’etichetta Area 51 Records. Un disco scritto dalla band in pochi giorni. Pronto a confermare lo scardinamento del concetto standard di musica pop. Dieci tracce che ci immergono nella sperimentazione dei suoni, in un immaginario palpabile, dai tratti goliardici e ricchi di souspance. “Una cura violenta che pretende ripetuti ascolti in profondità”, così come è stato definito. Si parte con la title track, Cura Violenta. Un suono profondo che squarcia ogni “velo” e ritesse le nostre membra. Un’unione minimale e vibrante che decreta la ricercatezza e sperimentazione strumentale dei Lebowski. “La strada nella notte è in ascolto, le mostro il mio stupore dalla finestra di casa mia. Vedo altre persone, non conosco. Come animali della notte alla ricerca di un qualche piacere”. Così esordisce Animali nella notte, un sound hard rock accompagna un contenuto avvolto da un crescendo di suoni che all’ascolto quasi immaginiamo essere di fronte a noi. Un grido di ribellione è L’antagonista. Anche in questo testo, predomina la sperimentazione polistrumentale. Una ballata rock che accoglie un dibattito delirante del protagonista, il quale si interroga in un susseguirsi di domande e risposte, interamente con se stesso. Rock strimpellante prosegue in Paolo ruba cuori. La musica sembra sconnessa. Un grido sonoro di contro ad ogni regola e linea di equilibrio, possiamo cogliere in Giorno zero. Una traccia strimpellante. Un cambio di timbri ascoltiamo in Little B. Quasi come un accordo di xilofono che lascia in pause alternate, il posto alla ritmica elettronica, che “rapirà” l’intero crescendo della traccia, in un contenuto di voce che attende ad arrivare. Ritorno di note metalliche, rumorose, frastornanti è L’appeso. Una perturbazione di suoni che esplode sopra ogni “regola”, prosegue con Universi paralleli. Il pop si circonda di luci soffuse e palpitazioni emotive in Journal noir, il pezzo che accompagna l’ultimo grido musicale di Cura violenta. Un sipario che si cala sulle note di una gradazione francese dalla voce femminile. La donna descrive istanti della sua vita, la spinta a compiere gesti estremi.