Dal 5 giugno è disponibile in rotazione radiofonica Casa di vetro (Blackcandy Produzioni), il nuovo singolo di Francesca Pizzo, in arte Cristallo, uscito sulle piattaforme digitali lo scorso 22 maggio.
Scritto prima dell’emergenza sanitaria da COVID-19, appare come la metafora perfetta delle sensazioni percepite negli ultimi tempi da tutti noi durante il lockdown: isolamento, distanza fisica e sociale, solitudine, malinconia, paure, ripiegamento su se stessi. Ma la casa che ci ha ospitati ci è apparsa anche come un rifugio sicuro offrendoci accoglienza e protezione. Infatti Francesca afferma: «La mia casa di vetro è un luogo immaginario in cui mi piace stare, in cui mi rifugio. È un luogo che mi protegge e dal quale vedo tutto. Se c’è qualcosa che non arrivo a vedere posso immaginarlo».
Il videoclip, diretto da Giuseppe Lanno, vede protagonista la stessa Francesca che svolge le attività domestiche più disparate: pulisce, cucina, balla, canta, legge, dorme, cambia abiti. In questo modo lo spettatore non comprende più la dilatazione temporale narrata nella sequenza delle immagini e percepisce la casa come un luogo che guarda da vicino chi vi ci abita. Francesca Pizzo alias Cristallo è una giovanissima cantautrice bolognese. Dal 2011 al 2016 suona nel duo Melampus. Nel 2017 ha aperto le date del tour estivo del complesso Bausrtelle. Nel 2019 pubblica i brani Cosa c’è e Falena. Casa di vetro è il suo terzo singolo.
La bolognese Francesca Pizzo, in arte Cristallo, chi è e cosa desidera dalla vita? Tre aggettivi per descriverti e tre sogni che realizzerai.
«Cristallo è una che fa musica da tanti anni ma può definirsi cantautrice da poco. Desidera continuare a scrivere e suonare i suoi brani fino a che ne sentirà il bisogno. I tre aggettivi sono un tranello e quindi non li dico mentre i tre sogni che realizzerò sono: l’uscita di un disco intero, una giornata con i miei cani e un aperitivo con le mie amiche in settimana».
Come ti sei avvicinata al mondo della musica e quando hai sentito che volevi farne parte?
«Ho iniziato a prendere lezioni di canto all’età di 13 anni e dopo poco ho messo assieme la mia prima band. Il desiderio di far parte del mondo della musica risale ad allora».
Chi ti è stato particolarmente vicino e ti ha supportato in questa scelta?
«Mia madre è stata la prima ad appoggiarmi e in generale la mia famiglia non mi ha mai ostacolato. Credo che equivalga a supportare la mia scelta. Stiamo parlando di un percorso che presenta le sue difficoltà e quindi non vietarmi di provarci per me è stato già importante».
Quale genere di musica e quali cantanti ascoltava e ascolta Cristallo?
«Ascolto molte cose diverse tra loro. Ultimamente molto cantautorato femminile, prevalentemente in lingua inglese. Mi affascina cogliere le diverse sfumature che caratterizzano un artista. Tra i miei dischi del mese potrei menzionare quelli di Agnes Obel, Fiona Apple e Self Esteem».
Ci parli della tua collaborazione con i Baustelle, prima come ragazza-immagine e poi come artista che ha aperto i loro concerti?
«Con i Baustelle partecipai alla copertina de I mistici dell’Occidente, parecchi anni fa. A coinvolgermi fu la loro stylist. Poi rimasi in contatto con Gianluca Moro, il loro fotografo, che mi ricontattò per le foto de L’amore e la violenza I e II. Avere occasione di aprire le loro date estive su palchi così importanti è stata una bellissima esperienza».
Ci puoi spiegare la genesi de La casa di vetro?
«Ho scritto il brano molto prima dell’isolamento forzato che abbiamo vissuto recentemente ma il testo parla ugualmente di solitudine. Racconta di quella dimensione che mi trovo a vivere nel momento in cui scrivo un brano nuovo. Cerco una sorta di raccoglimento interiore ma resto in contatto con quello che mi circonda».
Sei la protagonista del videoclip che accompagna il brano. Cosa è per te “la casa”: un rifugio, il luogo dei tuoi affetti più cari, una sorta di “prigione” da cui evadere per esplorare il mondo?
«La mia casa può essere tutto questo. Si tratta del mio luogo di elezione ma allo stesso tempo, proprio per eccesso, può arrivare a intrappolarmi. In casa faccio quasi tutte le cose che preferisco fare eppure, a volte, ci resto impigliata e fatico ad uscirne».
Come hai trascorso il lungo periodo di isolamento dovuto all’emergenza sanitaria?
«Proprio perché amo molto la dimensione domestica, per me l’isolamento non è stato così problematico. Sono una di quelle persone fortunate che non si è trovata costretta a raggiungere il posto di lavoro nonostante l’emergenza. Ho letto molto, suonato la chitarra, partecipato a varie dirette suonando e chiacchierando con altri musicisti».
A quando un tuo primo album?
«Doveva uscire ad aprile ma per ovvie ragioni, tutto è stato posticipato all’autunno. Ormai manca poco!».
Pensi di inserire delle cover?
«Non ci saranno cover, ti direi adesso. Però, magari domani cambio idea e il tempo per inserire un’altra traccia in effetti ci sarebbe».