Così è (se vi pare) con la regia di Luca De Fusco con Eros Pagni successo anche a Napoli
Così è (se vi pare) con Eros Pagni, dopo aver riscosso grande successo di pubblico e di critica in tutti i teatri dove ha avuto ospitalità, fa tappa al teatro Sannazaro di Napoli.
Il regista Luca De Fusco rivisita, apportando significative innovazioni, questo classico pirandelliano con la produzione del Teatro Stabile di Catania, Stabile di Palermo, La Pirandelliana, Tradizione e Turismo, Centro di Produzione Teatrale, Teatro Sannazaro.
La storia è incentrata sulla impossibilità da parte degli abitanti di un piccolo paese borghese di conoscere la vera identità della signora Ponza che da poco tempo è arrivata in paese con la madre la signora Frola e al marito signor Ponza.
Attorno a loro un gruppo di borghesi, brulicanti come in un formicaio, si agitano, discutono con un oratoria patologica, per cercare di far luce sui reali rapporti che intercorrono fra i tre protagonisti in un crescendo di tensione emotiva fino alle estreme conseguenze.
Si torturano a vicenda , senza essere giunti a nessuna conclusione, prigionieri della loro misera condizione e della vuotezza che gli riempie la vita. In scena Laudisi Lamberto, fratello della signora Agazzi, ( Eros Pagni che
impersona lo stesso Pirandello)
a differenza degli altri personaggi non si lascia sopraffare dalla morbosa curiosità nei confronti della vicenda, mantenendo il giusto distacco, sostenendo la relatività della verità, invitando tutti con la dovuta ironia a una più profonda riflessione.
“Ho trattato altre opere di Pirandello – ha dichiarato il regista Luca De Fusco- quali “Sei personaggi in cerca di autore” approfondendo negli anni la conoscenza del suo pensiero relativistico.
Per la mia messinscena mi sono ispirato al libro di Giovanni Macchia “Pirandello o la stanza della tortura” del 1981, effettuando una significativa riduzione del testo che originariamente era di tre atti, mentre ora dura 1 ora e 50.
Ho voluto dare allo spettacolo una forte impronta di processo inquisitorio, un vero e proprio gioco al massacro senza esclusione di colpi, accentuando il desiderio di raccontarsi dei protagonisti davanti a un pubblico desideroso di sapere la verità”.
Ben ha reso Luca De Fusco l’essenza del pensiero pirandelliano collocando i vari personaggi in spazi angusti claustrofobici, su un palcoscenico privo di fronzoli, che sottolineano l’alienazione degli stessi chiusi nel loro pensiero limitato piccolo borghese.
La tensione crescente, la cupezza delle luci di Gigi Saccomandi, il clima sospeso e paralizzante danno alla messa in scena di De Fusco le sembianze quasi di un thriller del quale però alla fine non si conoscerà l’assassino.
Così è (se vi pare) ha la sua carta vincente nella coralità e bravura di tutti gli attori in scena dei quali l’autore delinea fortemente i caratteri: Anita Bartolucci (signora Frola), Giacinto
Palmarini( signor Ponza il genero), Lara Sansone (la signora Amalia, sorella di Lamberto Laudisi), Paolo Serra( marito di Amalia),
Giovanna Mangiù la figlia Dina, Valeria Contadino(la signora Sirelli), Domenico Bravo (il marito della Sirelli), Roberto Burgio il prefetto, Plinio Milazzo (il cameriere e commissario ), Irene Tetto (signora Cini).
Il successo di questa opera , a giudicare dall’appeal che continua ad avere su diversi target di pubblico a distanza di tempo, sta nel riuscito mix di diversi elementi estremamente attuali che hanno reso lo spettacolo un evergreen.
La vicenda della signora Frola e del signor Ponza ben rappresentano le tematiche care a Pirandello che sono sempre state la maschera, l’apparenza, la ricerca del vero, la follia:
“La realtà non ci fu data e non c’è, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere e non sarà mai una per tutti e per sempre, ma di continuo e infinitamente mutabile!-“.
Pirandello nelle sue opere porta cinicamente allo scoperto il peggio che abbiamo dentro, ossessioni, fantasmi familiari, frutti avvelenati della nostra società”.
Così è (se vi pare) riesce a coinvolgere emotivamente fino all’enigmatica frase finale della signora Ponza( che rappresenta la Verità velata): “-Io sono colei che mi si crede-”.