Con una decisione a sorpresa, che da più parti è stata considerata pilatesca, ma che chiaramente denuncia il peso di enormi pressioni politiche internazionali, il CIO, Comitato dei Giochi Olimpici, ha revocato la squalifica in blocco per la Federazione Russa alle prossime Olimpiadi, stabilendo invece che saranno le Federazioni delle singole discipline sportive a decidere quanti e soprattutto quali atleti russi potranno partecipare ai giochi, posto che essi provino di essere, e di essere stati negli ultimi anni, completamente puliti ed estranei al doping. Ma come e soprattutto quando – visto che mancano appena due settimane o meno al via di Rio – tali ulteriori verifiche dovranno essere prodotte, rimane ancora un mistero.
Mentre il Governo russo saluta la decisione con comprensibile soddisfazione, critiche e proteste contro di essa piovono dalle pur potentissime associazioni anti-doping (la Wada e la statunitense Usada). Ma inutilmente.
In ogni caso, dovrebbe rimanere valido il bando totale emesso dalla IAAF contro tutta l’Atletica Russa, la Federazione sportiva maggiormente coinvolta nello scandalo; e ciò comprenderebbe anche la campionessa del mezzofondo Yulia Stepanova, che pure in un primo momento era stata dichiarata candidabile alle Olimpiadi purché sotto bandiera neutrale, in virtù del fatto che era stata tra i primi atleti a fare ammissioni sul cosiddetto “doping di stato russo”.
Nel frattempo, Usain Bolt si aggiudica i 200 m. alla Diamond League di Londra con un ottimo 19’’89, il che evidentemente significa perfetto stato di forma e completo recupero dell’infortunio che gli aveva fatto saltare i campionati giamaicani con conseguenti commenti ironici da parte dell’eterno rivale Gatlin: ironia alla quale Bolt ha risposto con l’accusa di essere “irrispettoso”.
E chi può permettersi di non rispettare il re della velocità, Turbo-Bolt?