Contractions con Valentina Acca e Federica Sandrini diretta da Francesco Saponaro al Sannazaro di Napoli
Contractions del drammaturgo britannico Mike Bartlett in scena al Sannazaro di Napoli con Valentina Acca e Federica Sandrini, regia di Francesco Saponaro.
Il testo tratta del mondo delle multinazionali e del rapporto di potere tra una manager e la sua dipendente. Sono 14 quadri dal ritmo cinematografico che raccontano il
rapporto tra le due donne nell’arco di tre anni.
Assistiamo a una escalation di dialoghi al vetriolo che mirano al dominio perentorio della manager sull’altra(la sottoposta).
Il potere visto dalla parte di una donna su un’altra e non più come appannaggio esclusivo dell’ universo maschile che da sempre detiene il potere a
discapito della donna.
Un inedito punto di vista, che ci fa entrare nel mondo delle donne di oggi consapevoli del proprio valore e disposte a tutto pur di affermarsi, anche facendo violenza psicologica a un’altra donna.
La relazione gerarchica tra le due, connotata da una dialettica imbarazzante e inopportuna, innesca la violenza sottile e contorta ma non meno deprecabile.
E’ vissuta con modalità differenti da quella maschile : hanno in comune l’annichilimento della vittima attraverso forme di ricatto e manipolazione psicologica ben oltre il lecito.
Contractions è una discesa agli inferi, un incubo dove il pubblico e il privato(sfera dei sentimenti e sessuale) vengono mescolati in un tritacarne ,dove non ci sono più confini da rispettare, dove
tutto è possibile in nome del potere economico e profitto aziendale.
Il testo punta il dito sul capitalismo odierno che tende sempre più a spersonalizzare l’individuo in nome di un potere assoluto, grazie al quale l’omologazione di massa è sempre più invasiva e drammatica.
Il concetto di privato nella società odierna assume un significato sempre più confuso, la violazione dei diritti dell’uomo diventa sistematica e difficile da arginare.
In una società che vive per il consumo, tutto si trasforma in merce incluso l’essere umano che è costretto a vivere in una situazione precaria e confusa.
In Contractions la sottoposta accetta, suo malgrado, di sottostare ai diktat della manager per non perdere il lavoro, ma in questo modo subisce una perdita di
autonomia intellettuale e una intrusione nella sua sfera privata inibendo i suoi più profondi bisogni.
La performance che assume le sembianze di una indagine poliziesca, suscita sentimenti contrastanti di incredulità, sgomento, rabbia verso questa spietata pratica aziendale e solidarietà verso la vittima che non si sottrae a
questo rito sacrificale.
Una resa scenica efficace, grazie alla regia di Francesco Saponaro e alle ottime Valentina Acca e Federica Sandrini, restituisce il clima sospeso e paralizzante del perverso gioco al massacro senza esclusione di colpi nel
quale interagiscono la vittima e il carnefice.
Fino a che punto è lecito ed eticamente corretto abbassare l’asticella che separa il ruolo pubblico dalla sfera privata? Al di là di ogni metafora dobbiamo preservare la nostra identità personale come bene prezioso e inalienabile, rifiutando i compromessi , riappropriandoci del senso di una chiara distinzione tra il bene e il male.
Dobbiamo riappropriarci della capacità di indignarci e dell’ impegno che ne consegue ,componenti essenziali dell’ essere umano.
L’indifferenza , la prepotenza, la mancanza di umanità sono cose intollerabili per una società che si definisce civile.