Continua fino al 30 dicembre, la seconda edizione de “Il cinema che non si vede” i lungometraggi nazionali e internazionali, corti e incontri live per valorizzare le opere di registe donne con “Donne con la macchina da presa”.
Ricordiamo che se la prima edizione, dello scorso dicembre, è stata itinerante fra le tre province, con l’obiettivo di raggiungere comuni della Campania (in cui la presenza di sale e di attività cinematografiche è estremamente ridotta o addirittura assente), questa edizione è invece caratterizzata inevitabilmente delle proiezioni online, alternati ad incontri live in diretta streaming con le registe vere protagoniste della rassegna. Il filo conduttore di quest’anno sono infatti proprio “Donne con la macchina da presa” il cui obiettivo è dare giusta visibilità alle opere di registe donne, in un mondo professionale dominato dagli uomini e per indagare cosa sia andato perso a livello di ricchezza artistica a causa di questa disparità di genere. Saranno quindi online con 8 film, di respiro nazionale e internazionale, 12 corti e 5 incontri live con le autrici, per far conoscere e valorizzare il talento delle “Donne con la macchina da presa”.
A tal proposito la scelta dei titoli proposti in questa edizione vuole proprio privilegiare argomenti solitamente ritenuti appannaggio esclusivo dello sguardo maschile come: i crimini di guerra riportati alla luce da “Il segreto della miniera” di Hanna Slak, l’emancipazione di una ragazza Rom dalle tradizioni soffocanti della sua comunità in “Sola al mio matrimonio” di Marta Bergman, i divari sociali della società marocchina in “Sofia” di Meryem Benm’Barek, le lettera d’amore di una giovane madre alla figlia sotto i bombardamenti siriani in “Alla mia piccola Sama” di Waad al-Kateab, le emergenze ambientali che la società contemporanea si trova ad affrontare in “Amaranto” di Manuela Cannone e Emanuela Moroni, la riabilitazione dopo un tragico incidente in “The Rider” di Chloé Zhao, recente vincitrice dei Festival di Venezia e Toronto.
Oltre ai lungometraggi nazionali e internazionali, si segnala che ci sarà poi spazio per la proiezione di opere di autrici campane: il toccante “Nevia”, film d’esordio di Nunzia De Stefano, che racconta la caparbia ribellione di un’adolescente che vuole fuggire da una vita senza prospettive e l’incantevole “Agalma” di Doriana Monaco, immersione nella vita quotidiana del Museo Archeologico di Napoli quasi fosse un organismo vivente.
A questi si affianca una selezione di cortometraggi, di varie autrici, composta con la collaborazione del Working Title Film Festival, che metterà a disposizione alcune anteprime nazionali, e della Fondazione “Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico” che con il “Premio Zavattini” negli ultimi anni ha sostenuto numerose opere di giovani registe italiane.
“Il cinema che non si vede” è la rassegna cinematografica realizzata da Ucca (Unione dei Circoli Cinematografici Arci, associazione nazionale di promozione della cultura cinematografica riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo) con il contributo della Regione Campania (L. 30/2016) e con la collaborazione di numerosi partner sparsi tra le province di Avellino, Benevento e Caserta. Le associazioni culturali Kinetta, Doxa, Zia Lidia Social Club, Marea, Lies (Laboratorio dell’inchiesta economica e sociale), Textures APS, Arci Salerno sono gli altri partner coinvolti nell’iniziativa. Al progetto partecipa anche l’Arci nazionale.
Le proiezioni si terranno sul sito Ucca, i live con le registe sulla pagina facebook Il Cinema che non si vede e su quella di UCCA.