In scena, al Teatro Nuovo di Napoli, Aspettando Godot di Samuel Beckett, con Antonio Salines, Luciano Virgilio, Edoardo Siravo, Enrico Bonavera e Michele Degirolamo, per la regia di Maurizio Scaparro, una produzione del Teatro Carcano di Milano (repliche fino a dom. 31 Gennaio).
Scritto da Samuel Beckett tra la fine del 1948 e l’inizio del ’49, Aspettando Godot, testo fondamentale del Teatro dell’Assurdo, narra di un’attesa esistenziale di due personaggi, Estragone e Vladimiro, che sono emblema di un’umanità disperata e persa dietro le proprie illusioni. I vagabondi protagonisti dell’opera sono, infatti, diventati emblema della condizione dell’uomo del Novecento, essere in eterna attesa, vagante verso la morte, punto minuscolo nella vastità di un cosmo ostile, contrassegnato già dalla nascita. Sono antieroi in bombetta, l’uno è spalla dell’altro. Insieme a Pozzo e Lucky, i due formano quartetto indissolubile di marionette che meditano sull’infelice felicità della vita e attendono indolenti (e invano) un misterioso personaggio, insieme alla luna, a un albero e ai colori della notte. Un gioco tragico che non esclude la leggerezza, la risata e persino la speranza. “Quest’opera – racconta Scaparro – mi colpisce anzitutto per le sue radici collegate alla millenaria e senza confini Cultura Europea, che noi stiamo colpevolmente dimenticando. Beckett è certamente tra i primi nel Novecento a intuire che, nel mondo attuale, lo spazio per la tragedia si è fatto minimo, entra di nascosto, quasi sotto il velo del gioco, usa toni leggeri e punta talvolta anche al riso”.
E un’impronta leggera e poetica Maurizio Scaparro sa imprimere a uno spettacolo molto ben riuscito, dal buon ritmo, in cui non manca spazio alla comicità, in cui si riscontrano più interrogativi che risposte. Il quartetto di attori (affiancati dal Giovane Michele Degirolamo) è di grande spessore, ben diretto ed orchestrato (ricordiamo soprattutto l’istrionico Edoardo Siravo nel ruolo di Pozzo). Belle le scene di Francesco Bottai e i costumi di Lorenzo Cutùli.
Da vedere.