Con gli occhi di Caravaggio: l’occhio incontra la parola, l’arte si interseca alla fotografia, la voce e l’occhio insieme, per la città di Napoli: questa è l’essenza del volume di Francesco de Core e Sergio Siano, presentato venerdì 24 novembre, presso la Feltrinelli di Via Santa Caterina a Chiaia (Napoli), in una profonda atmosfera.
“Le parole annodano un senso di rispecchiamento in cui si crea un gioco di rimandi. Un corpo tra i corpi, il cui codice unico, è quello della parola riflessa nell’immagine, evocando un’immedesimazione”. Intenso è l’intervento con cui Titti Marrone, giornalista e scrittrice napoletana, ha accolto la platea, insieme agli autori.
Con gli occhi di Caravaggio, rappresenta dunque un’opera, in cui si sublima un artista straordinario e Napoli, la città in cui il pittore, visse gli ultimi anni della sua vita. Una diade in continua evidenziazione, la cui espressione è intercettata nelle parole di Francesco de Core e le immagini di Sergio Siano. Un gioco di rispecchiamento che completa un cerchio, restituendone, l’immagine della città partenopea, che dal ‘600 ad oggi, è ancora coinvolta in un gioco di destini, trascendendo però, la vicenda di vita del pittore stesso. “Un romanzo visivo e di parole” così prosegue Titti Marrone, “in cui un uomo arriva nel ventre che brulica, nel suo nero, nel suo scuro, nel suo pozzo di maschere e grida”, riprendendo le parole dell’autore, Francesco De Core. Una ricostruzione di un tessuto, dove le fotografie di Sergio Siano, diventano dei reali Tableaux Vivants. Una narrazione che riflette un uomo sempre alla ricerca di una via d’uscita, lì dove le immagini di Siano imprimono un delirio, unite alla sensibilità trasparsa dalle scene, che si muovono nella città. Tutte le foto mostrano il seicento che c’è ancora, il passato che non passa. Sergio Siano con le immagini ci mostra, come in quel brulichio lercio, abiti oggi, lo stesso disfacimento del passato. Una città che vede disgregarsi il suo paesaggio umano e sociale. Il libro fa un’operazione molto importante, che è sociale e di denuncia, ma anche, tanto, artistica. Un disvelamento, quello della miseria e dell’orrore.
“Comprendere l’animus di un’artista, descriverne il rapporto tra se stesso e ciò che ha realizzato nel corso della propria vita, in un campo così multifacètico quanto l’arte, non è un operazione semplice. Trovo che il messaggio del libro vada oltre l’intenzione degli autori stessi. E che marchi come poche opere negli ultimi anni, più che l’immagine oggettiva di Caravaggio, quello che invece è il nostro rapporto con questa figura” in questo modo, Riccardo Lattuada, storico d’arte, sublima la sintesi del lavoro editoriale, Con gli occhi di Caravaggio.