Dal 1999, anno di messa in onda del primo episodio “Il ladro di merendine”, il personaggio nato dalla penna di Andrea Camilleri e interpretato da Luca Zingaretti, è diventato amico imprescindibile del pubblico di Rai 1. Per festeggiare il ventennale della serie evento più attesa del piccolo schermo, “Il Commissario Montalbano” torna sulla rete ammiraglia con due nuovi appuntamenti, tratti dagli omonomi romanzi e racconti di Camilleri editi da Sellerio, sempre per la regia di Alberto Sironi. Si comincia lunedì 11 febbraio con “L’ altro capo del filo”. Lunedi 18 febbraio sarà la volta di “Un diario del 43”, un episodio che riporta nel presente di Montalbano tre storie del passato. “Il Commissario Montalbano, vede come sempre alla regia Alberto Sironi e come interpreti Luca Zingaretti, Cesare Bocci, Peppino Mazzotta, Angelo Russo, e con la partecipazione di Sonia Bergamasco.
Il regista Alberto Sironi afferma sui due nuovi episodi del Commissario Montalbano: «Ne L’ altro capo del filo, il commissario di Vigata è allo stremo delle forze: si occupa di uno dei problemi più difficili al quale è chiamato il nostro Paese, e in particolare la Sicilia. I turni di lavoro sono incessanti e Montalbano e i suoi uomini si prodigano davanti a un compito nuovo e particolare. Raccontare in un film quello che il pubblico ha già visto nei telegiornali di questi ultimi anni è stato il primo problema del regista. Ci siamo documentati, abbiamo visto la verità e poi abbiamo ricostruito nel film le storie di chi arriva in cerca di salvezza e il lavoro di quelli che sono demandati a riceverli. Per gli uomini di Montalbano gli episodi si susseguono: uomini persi in mare, ragazze violentate durante la traversata, addirittura un grande musicista che si nasconde tra i migranti. Ma in una strana notte si palesa un terribile omicidio ai danni di una giovane sarta. L’ inchiesta sulla vita della giovane uccisa, porterà alla fine nel profondo Nord dell’Italia. Mentre per “Un diario del 43” per Montalbano arrivano tre storie dal passato: la scoperta di un diario scritto nell’ estate del 1943 da un ragazzo che allora aveva quindici anni, un certo Carlo Colussi. Il giorno stesso della scoperta del diario si presenta da Montalbano un novantenne dall’ aria arzilla, un certo John Zuck. L’ uomo, vigatese di nascita, durante la guerra fu fatto prigioniero dagli americani. Tornato a Vigata, ha scoperto il suo nome inserito erroneamente sulla lapide dei caduti in guerra. Chiede a Motalbano se può aiutarlo a far cancellare il suo nome dal monumento. Il giorno dopo l’incontro con Zuck un altro novantenne, Angelino Todaro, uno dei più ricchi imprenditori della città, viene trovato morto. Insomma, tanta roba per i telespettatori di Rai 1».
Durante la conferenza, la produzione ha affermato che l’apprezzamento della serie ha superato gli 11 milioni di spettatori per non parlare delle repliche che sono state seguite da più di un miliardo di utenti.
«Sono fiero di aver dato illuminazione ad una delle più belle regioni italiane – sostiene Carlo Palomar – sono stati trovati una miniera di attori tutti bravissimi che attraverso Montalbano hanno potuto farsi conoscere, e vado fiero del senso di giustizia di Montalbano che è un grande esempio per tutti noi e che la lingua siciliana è diventata una lingua internazionale».
«Vent’ anni sono moltissimi per stare sullo stesso tipo di concetto – continua Sironi – per fortuna Camilleri ci ha dato sempre storie diverse e avvincenti. Noi eravamo molto diversi e non avevamo il peso che abbiamo oggi nei confronti dei nostri telespettatori. Inoltre fondamentale è stata la scelta di lavorare sempre con le stesse persone».
L’attore e protagonista Luca Zingaretti in occasione del ventennale di una delle serie di maggior successo della Rai, dal suo punto di vista dice: «A me non piace molto festeggiare ma, dopo vent’ anni, siamo ancora qui sempre più numerosi. Volevo solo dire che mentre alcune serie americane hanno fatto 48 episodi in 3 anni, noi in vent’ anni solo 34. Questo ci ha dato modo di lavorare seriamente come fossero non piccoli episodi ma veri e propri film!».