Napoli sta vivendo un momento di grande entusiasmo, con la ripresa di un importante polo di divulgazione culturale: Città della Scienza torna a risplendere ai piedi del Vesuvio, un po’ come un fuoco che spazza via le ceneri, quelle dell’incendio del marzo 2013, che avevano distrutto la centralità di uno dei luoghi più in voga che il territorio napoletano vantasse in ambito artistico, educativo e formativo.
Un’iniziativa sostenuta dalla Regione Campania, dal Comune di Napoli, nonché dal Ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca. Una programma di rientro, quello dell’ 8/11 che ha visto protagonista anche l’impegno dei cittadini, che a seguito della mortificante devastazione, hanno collaborato attivamente in questi mesi, per sostenere i finanziamenti necessari. Futuro Remoto è il progetto rappresentativo che con lo slogan “Ricominciamo dal cervello”, ha inaugurato il susseguirsi di documentari, incontri e spettacoli di imponente slancio, definendone poi il programma in corso d’opera, dell’intera stagione 2013/2014. Nata nel 1987, si occupa da sempre di dare lustro alla divulgazione tecnologica, scientifica ed innovativa di Città della Scienza. Presenti all’evento esponenti quali il sindaco De Magistris, il presidente della Regione Stefano Caldoro e quello della Fondazione IDIS Città della Scienza.
La partecipazione di migliaia di cittadini, è stata elettrizzante; indescrivibilmente incuriositi, non vedevano l’ora di poter nuovamente dare libertà di espressione alla propria fantasia ed a quella dei bambini, i protagonisti maggiormente coinvolti. Soprattutto in un momento così difficile per la città, riguardo ai problemi di degrado ed ambiente, rinnovarsi con questo importante momento culturale, sembra voglia incitare ad una bella rinascita. La centralità di come il pubblico cittadino vive tale momento è di fondamentale attenzione, abbiamo pertanto ritenuto opportuno e stimolante, motivarla con una testimonianza attiva, quella di Anna Conte, napoletana di origine, residente a Pianura, madre di Luca 6 anni.
Anna, cosa ha trasmesso a te ed alla tua famiglia, un luogo come Città della Scienza?
«Città della Scienza ha insegnato tanto al mio nucleo familiare composto da me, mio marito ed il mio bimbo, perché da sempre ci ha permesso di trascorrere momenti spensierati, offrendoci l’opportunità di unire la cultura con il divertimento, che non è sempre possibile. Abbiamo condiviso tanti bei momenti negli anni, in occasione di molteplici eventi, come il carnevale, l’epifania, visite scolastiche, dalla cui partecipazione attiva, abbiamo imparato tanto, come ad esempio,il riciclo della carta, la costruzione di un edificio con le dovute norme di sicurezza, e tutti i diversificati esperimenti di chimica, i laboratori di pittura e di botanica.»
Come avete reagito all’accadimento dell’incendio?
«La sera del 4 marzo, guardavamo la televisione, increduli di fronte alla immagini del rogo che avevano distruttoil nostro fiore all’occhiello, in una città come Napoli che non offre tanti spazi ricreativi, soprattutto per i bambini. È stato un evento di grande amarezza. Il giorno seguente lo abbiamo dovuto comunicare a Luca, e non è stato affatto semplice. Io ero rattristata, mi sentivo come di aver perso una persona cara che ti arricchisce in modo continuo con i suoi consigli . Mio figlio ha pianto tanto, ma nei giorni, io e mio marito gli abbiamo fatto capire che non tutto era perso e che sicuramente ci sarebbe stata una ricostruzione. Infatti anche noi, ci siamo prontamente attivati, inviando innumerevoli messaggi di contributo, per favorirne la ripresa.»
Finalmente la riapertura, come avete vissuto la partecipazione e quali sono le aspettative?
«Grande entusiasmo, pronti a partecipare ad ogni evento che si terrà nei prossimi mesi. C’è ottimismo nel pensare che rivedremo presto la nostra Città della Scienza più bella e forte che nei tempi trascorsi. Soprattutto c’è grande fiducia nei riguardi delle persone capaci, che stanno dedicando impegno e dedizione per la completa rifioritura. Certa che ci aspetteranno nuovamente, innumerevoli momenti di confronto, arricchimento e spensieratezza per mio figlio, per gli altri bambini, per noi e tutti quanti gli adulti, amanti di questo incantevole spazio.»