Stefano Pais è un cantante e autore di bellissime canzoni, poesie impregnate di una realtà che fa male, che disturba. Anche il suo ultimo singolo “Come mi sento” accompagnato da un particolarissimo video per la regia di Benedetto De Cesaris, è la poetica descrizione di una persona inquieta e angosciata, che di notte, nella propria stanza, ripercorre la sua solitudine sfociata in pazzia.
Stefano è bravissimo anche come attore, dopo la sua webseries I provini di Eva, ha preso parte a quella del regista Andrès Arce Maldonado, Pirula Pirula.
Il suo nuovo album uscirà nei primi mesi del 2015, ma a breve uscirà nel CD tributo a uno dei suoi artisti preferiti, ma che non ha voluto rivelare il nome.
Ultimamente ti abbiamo visto nella divertente e riflessiva webseries Pirula Pirula, nei panni di una apparente gatta morta Sabrina, com’è nato questo ruolo e cosa ti ha spinto ad accettarlo?
«Pirula Pirula nasce da un opera teatrale di Marco Medelin, il titolo originale è “Vestito piaccio, nudo convinco, storie di prostituti con problemi e pappagallini”. Io sono stato il protagonista dello spettacolo teatrale per vari anni e per diverse edizioni. Interpretavo il prostituto Ettore e anche Sabrina. Quindi tutto nasce da lì. In seguito Andrès Arce Maldonado ha voluto fare un lungometraggio e da questo è nata la web serie di Pirula Pirula. Una storia molto divertente e apparentemente frivola. Tra le righe si può cogliere una serie innumerevole di drammi o di gaidrammi. Quando mi proposero il ruolo dello spettacolo teatrale accettai più per incoscienza che per altro, per il ruolo della web serie invece sono stato convinto da Andrès. Lui era sicuro delle mie qualità di attore e di sgualdrina, io, invece, un po’ meno. Bellissima esperienza che mi ha davvero insegnato che nella vita non basta “battere” ma bisogna soprattutto “combattere”.»
Italiano trapiantato all’estero, perché hai deciso di trasferirti a Berlino, per professione, visto che in Italia la cultura viene bistrattata o per amore?
«Mi sono trasferito a Berlino per provare una nuova esperienza. Me ne sono perdutamente innamorato e non sono più tornato. In Italia la cultura viene bistrattata mi chiedi? Non saprei cosa risponderti. Posso dirti che qui viene pagata. Riesco a vivere del mio lavoro. Che detta così sembra una sciocchezza, invece, per me è qualcosa di molto grande.»
È uscito il tuo nuovo singolo, Come mi sento, anche in lingua tedesca, intenso brano, vuoi parlarcene e spiegare come e perché è nato?
«Originariamente il brano è nato grazie ad un artista Campano: Army. Lui mi chiese un brano per il suo progetto e chiese qualcosa che parlasse della notte, un brano cupo e riflessivo. In quel momento vivevo una serie di emozioni devastanti che mi tormentavano e così è nato “Come mi sento”. Il mio produttore Paolo Fattorini ascoltò il provino e se ne innamorò. Così feci anche la mia versione. In più ho inciso quella in tedesco, perché il mio prossimo cd sarà sia in lingua italiana che in lingua tedesca.»
Nel 2007 il brano scritto con Margherita Hack, Questo è il mondo, venne scartato a Sanremo, come hai conosciuto la Hack e cosa ha rappresentato per te?
«Margherita la conoscevo già da anni e le chiesi di scrivermi un brano per Sanremo, perché non mi si filava nessuno e pensavo che il suo nome potesse servirmi per avere un po’ di luce. Così fu infatti. Solo che era tutta luce riflessa, purtroppo. Il mio nome venne fuori in ogni dove ma il brano non fu mai nemmeno ascoltato. Sia le Tv, che le Radio parlavano del brano e lo criticavano, ma mai nessuno mi ha chiesto di presentarlo. A Margherita non le interessava una bene amata… come dire per essere educati?… Nulla… diciamo. Non le interessava nulla dei Sanremi, musiche, Pippi Baudi. Lo fece solo per farmi un favore, con immensa gioia e generosità. Generosità tipica di quella donna che ne dispensava a tutti e senza pensarci troppo.»
Quali sono i tuoi esordi e come li ricordi?
«I miei esordi nella musica sono stati catastrofici. Un flop dopo l’altro. Una serie di incontri sbagliati, con pessime persone. Dei veri cialtroni mascherati da produttori. Tra le serie web, per esempio, ce ne è una che si intitola “I Provini di Eva” scritta da me e dove interpreto tutti i personaggi. Tra questi, c’è un produttore dello spettacolo di nome Calogero Bene Sotto. Uno zozzo disgustoso, maiale e traffichino che raggira tutto e tutti. Ecco, per esempio, questo personaggio, l’ho inventato mettendo insieme gli innumerevoli pseudo produttori incapaci e truffaldini che ho incontrato nella mia vita. Mi fermo qui perché non vorrei fischiassero le orecchie a molti di loro o peggio ancora, fischiasse altro.»
Cosa succederà prossimamente per Stefano, oltre a Come mi sento, ci sono dei progetti in vista?
«Non so mai cosa succederà nel futuro, tutto cambia e tutto è in movimento. Quello che sembra certo oggi, diventa impossibile domani e quello che domani ci sembrava impossibile a volte può capitare. Quindi, per ora c’è solo un CD che uscirà a Maggio 2015 con dei duetti che farò insieme ad artisti della scena Berlinese e dovrebbe essere imminente l’uscita di un CD tributo a uno dei miei artisti preferiti da sempre. Ma su questa notizia ho l’obbligo da contratto di tacere. Ma credetemi sono impaziente come un bimbo la notte di Natale…»
Hai degli hobby, che musica segui, leggi…
«Gioco a pallavolo in terza divisione della Squadra di Berlino. Questo è l’unico mio hobby. Ascolto musica da sempre e da quando sono a Berlino mi sto interessando alla musica popolare tedesca. Per quanto riguarda la lettura, sono un vero ignorante, leggo pochissimo e sono pure dislessico. L’ultimo libro che ho letto, anzi ascoltato, è stato un audio libro, un capolavoro di Ippolita Valli, scrittrice di successo e autrice tra l’altro del brano “L’addio” di Giuni Russo. Ippolita l’ho conosciuta proprio qui a Berlino. Un altro generoso e inaspettato regalo della capitale tedesca.»