Claudio Santamaria sarà un supereroe in “Lo Chiamavano Jeeg Robot”, il film che segna l’esordio alle regia di lungometraggio dell’attore, regista, compositore e produttore cinematografico Gabriele Mainetti. “Lo chiamavano Jeeg Robot”, nelle sale dal prossimo 25 febbrai, oltre a Claudio Santamaria, vede nel cast anche Luca Marinelli, Ilenia Pastorelli, Stefano Ambrogi e Maurizio Tese.
Il film, accolto in maniera trionfale alla Festa del Cinema di Roma 2015, racconta la storia Enzo Ceccotti (Claudio Santamaria), un pregiudicato di borgata, che a contatto con una sostanza radioattiva si ritrova ad avere un forza sovraumana. Ombroso, introverso e chiuso in se stesso, Enzo accoglie il dono dei nuovi poteri come una benedizione per la sua carriera di delinquente. Tutto cambia, però, quando sul suo cammino incontra Alessia (Ilenia Pastorelli), la quale crede che lui sia l’eroe del famoso cartone animato giapponese Jeeg Robot d’acciaio.
«Il film narra la storia di questo piccolo ladruncolo di periferia, che si ritrova, a seguito di un incidente, ad avere una forza sovraumana, con dei superpoteri – racconta il protagonista del film, Claudio Santamaria -. Abbiamo visto diversi film provenienti dall’America, in cui il protagonista, il supereroe è un uomo buono. In “Lo chiamavano Jeeg Robot” il discorso è ben diverso. Non parliamo di una persona cattiva, ma di un egoista, un ignorante, una persona rozza, che si ritrova ad un certo punto della sua vita a dover gestire questi poteri sovraumani. “Lo chiamavano Jeeg Robot” è la dimostrazione che film di fantascienza si possano realizzare in Italia. Gabriele Mainetti, il regista, è riuscito a prendere un genere che non ci appartiene e a renderlo fortemente italiano. Il film è ambientato nella periferia di Roma, guardandolo non hai mai la sensazione di vedere qualcosa che imita o copia i film dei supereroi americani. È una pellicola molto personale, che mescola diversi generi, passando dal comico al drammatico, alla fantascienza. In “Lo chiamavano Jeeg Robot” c’è il divertimento e il gioco del cinema. È fatto veramente bene, da persone che ci credono, che ci hanno sempre creduto e che hanno lavorato bene.»
Claudio Santamaria, che ha raggiunto il successo del grande pubblico grazie al ruolo nel film di Gabriel Muccino “L’ultimo bacio” – una brillante interpretazione che gli aperto le porte del cinema, lavorando con grandi registi tra cui di Pupi Avati, Dario Argento, Michele Placido – anche in questo nuovo lavoro darà dimostrazione della sua dote artistica.
Dalle testimonianze raccolte finora, il film di Mainetti, si preannuncia una vera rivelazione per il cinema italiano. Santamaria, infatti, dice: «Questo film l’ho visto sei volte e non mi stanco di vederlo. Questo effetto non lo fa solo a me, ma a tutte le persone che hanno avuto modo di vederlo. Dopo averlo visto la prima volta, hanno la voglia, il desiderio di rivederlo ancora. “Lo chiamavano Jeeg Robot” piace a tutte le generazioni, di qualsiasi ceto sociale.»