Un gioco di parole, un viaggio nella vita quotidiana, un evento da non perdere è “Sono suono solo” che propone Ciccio Merolla al teatro Sannazaro di Napoli dal 20 al 22 gennaio.
Ciccio ci parla dello spettacolo che terrà al teatro Sannazaro?
«“Sono Solo Suono” è uno spettacolo concepito con il regista Raffaele Di Florio. Potrebbe definirsi una sintesi “teatrale” di quella che è la mia esperienza di vita e di musicista poiché tutta la mia vita è incentrata nella ricerca e sperimentazione di sonorità nuove. Quindi non si tratta di un concerto, ma di una storia di un uomo che si racconta attraverso i suoni».
Che repertorio ha preparato?
«Canterò parte delle canzoni che ho scritto, ma ci saranno anche omaggi ai grandi della musica partenopea che in qualche modo fanno parte della mia storia come Pino Daniele, Enzo Gragnaniello, Carosone e poi un mio particolarissimo omaggio alla signora della canzone italiana, Mina».
Non solo musica ma anche cinema quando ti rivedremo sugli schermi?
«Recentemente ho lavorato all’ultimo film dei Manetti Bros: mi vedrete presto sul grande schermo».
Cosa pensi dei giovani musicisti napoletani, chi attira maggiormente la tua attenzione?
«Mi piace moltissimo come si muove la scena new school napoletana, escono sempre cose nuove ed interessanti. Sono stato felice per il successone di Luchè al Palapartenope, ma vorrei vedere più percussionisti napoletani e più musica strumentale».
Tu sei un musicista che crede nelle collaborazioni tra artisti, quali sono quelle che hai fatto e ti sono rimaste in mente?
«Ogni incontro è un’esperienza unica che ti arricchisce dal punto di vista umano e musicale. Tra le tantissime ricordo i momenti magici trascorsi con James Senese, Trilok Gurtu, Enzo Gragnaniello».
Hai dei sogni nel cassetto?
«Mah, sono un percussionista, quindi nei cassetti non posso dire di avere nemmeno gli spartiti. le mie percussioni sono sparse in tutta la casa e mi ricordano in ogni momento che il sogno più bello è quello di fare musica. Quindi posso dire che ogni volta che suono libero i miei sogni».
Maradona al San Carlo: si o no secondo lei?
«Maradona? Sempre e ovunque».
Lei utilizza i social per veicolare la tua musica, i tuoi video, pensi che siano una cosa positiva o dannosa?
«Credo che ogni cosa possa essere utile o dannosa a seconda dell’uso. Siamo noi a decidere come, quando e perché usare la rete ed in particolare i social, e non deve mai essere il contrario. Non dobbiamo permettere alla tecnologia di renderci schiavi. Trovo i social molto utili per dare visibilità alla mia musica, e non potrei affermare il contrario visto che un mio video, gettato in rete, è stato visto da mezzo mondo. Ma al tempo stesso intorno a me vedo gente – zombie che vive in una realtà parallela, quella creata dai social appunto, e questo mi rende triste. Si sta perdendo il senso della realtà. Fortunatamente io e molti colleghi musicisti, piuttosto che litigare, accusare e arrabbiarsi sulle piattaforme social, siamo ancora tra quelli a cui piace incontrarsi al bar per parlare di musica davanti a un buon caffè».